Morto nell'incendio del capannone che occupava, tragedia della disperazione

Sesto Fiorentino, è il secondo caso del genere nel 2018. Per il giovane, disabile, non c'è stato niente da fare. La procura ha aperto un'inchiesta

I vigili del fuoco in azione nel capannone (Fotocronache Germogli)

I vigili del fuoco in azione nel capannone (Fotocronache Germogli)

Sesto Fiorentino (Firenze), 19 dicembre 2017 - Una tragedia della disperazione. L'uomo morto nell'incendio del capannone a Sesto Fiorentino viveva come altri senzatetto nella struttura. Nella quale mancavano tutti i minimi requisiti di sicurezza. E adesso quaranta persone non hanno più un tetto. Per loro si cerca una sistemazione. E' bastato poco perché tutto, dentro l'edificio, prendesse rapidamente fuoco. Il capannone di via del Ponte a Giogoli, occupato da un gruppo di persone di etnia rom, è stato precipitosamente abbandonato.

Ma per un giovane, che aveva tra l'altro gravi problemi alla vista, non c'è stato niente da fare. Nel caos non è riuscito a fuggire. E quando gli altri del gruppo hanno cominciato a cercarlo per lui il destino era già segnato. Sono stati il padre, la madre e il fratello del ragazzo a informare i vigili del fuoco che dentro c'era ancora il loro caro. Che è stato trovato carbonizzato all'interno dell'edificio dai vigili del fuoco, arrivati da diversi comandi per spegnere l'incendio, particolarmente vasto e aggressivo. La procura ha intanto aperto un'inchiesta contro ignoti per omicidio colposo.

"Sua mamma e suo papà lo piangono, purtroppo è rimasto dentro il capannone", dice adesso uno degli occupanti. E' il secondo morto in simili circostanze a Sesto Fiorentino in questo tragico 2017. Era già accaduto nei primi giorni di gennaio, quando nei locali dell'ex mobilificio Aiazzone, che erano occupati da una vasta comunità africana, scoppiò un incendio e una persona rimase intrappolata senza scampo. E partono subito le polemiche su questa seconda tragica morte che chiude un bilancio pesante. Quaranta sono le persone che nella serata di mercoledì si sono ritrovate senza un tetto dopo il rogo del capannone nel quale abitavano. Per loro si cerca una soluzione. Al loro fianco ci sono gli assistenti sociali. 

"Non e' la prima volta che accade purtroppo, dobbiamo tutti quanti riflettere - è il commento del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi -. Ci furono già episodi importanti a proposito di interventi di evacuazione assai contestati, discussi. Non si può dormire in Toscana in queste situazioni, vivere in queste condizioni".

"La morte di un giovane rumeno nell'incendio divampato in un capannone nella zona industriale del comune di Sesto Fiorentino è motivo di profonda tristezza e dolore per tutti. Saranno accertate le cause - dichiara Francesca Paolieri, capogruppo Pd nella Città Metropolitana di Firenze - ma il dato di fatto è la morte orribile di questo giovane. Speriamo di conoscere presto la sua identità". 

Secondo Paolieri "quel territorio presenta situazioni sociali e sanitarie critiche su cui le istituzioni devono vigilare, a partire dall'amministrazione locale. Incidenti drammatici purtroppo possono capitare, ma questo è il secondo che avviene in un anno nel territorio di Sesto: il primo provocò un altro morto, a gennaio, in un altro capannone occupato da somali. Tutti e due gli incidenti sono stati provocati da incendi. E' importante un confronto sulle situazioni a rischio".

"Quanto accaduto oggi all'Osmannoro, nella periferia di Firenze, è gravissimo: ancora una volta una persona è morta in un capannone occupato abusivamente - scrive Fratelli d'Italia con il consigliere regionale Giovanni Donzelli e del Comune di Firenze Francesco Torselli - Nel febbraio scorso, durante un sopralluogo nella zona, eravamo entrati nella palazzina in cui oggi è divampato il rogo, abitata da molto tempo da rom che vivevano in condizioni di scarsa igiene e di grave pericolo. Abbiamo denunciato la presenza di numerose bombole del gas e di varie attrezzature elettriche invocando per questo l'intervento del Comune di Sesto Fiorentino, della Regione Toscana e dell'Azienda Sanitaria".

 

 

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