Pensionato trovato morto alle Cascine: "Quell’uomo è stato massacrato"

La trappola, l’agguato e poi le botte all'anziano di Poggibonsi: vendetta o rapina finita male. Il procuratore: "Lesioni gravissime" LA SCENA DELLA TRAGEDIA - FOTO / VIDEO: SGOMENTO NEL PARCO

L'auto della vittima alle Cascine

L'auto della vittima alle Cascine

Firenze, 5 luglio 2014 - UNA TRAPPOLA, poi l’agguato. Per rendere l’idea: esattamente come accadde al poeta e scrittore Pier Paolo Pasolini nel novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia. Con un movente diverso, ma sullo sfondo sempre loro: i ragazzi di vita. Ezio Taddei, il 78enne artigiano edile ritrovato cadavere alle Cascine, mercoledì alle 6,30 potrebbe essere stato attirato in un tranello: un ragazzo di vita in auto con lui dopo l’incontro nel luogo dell’appuntamento e l’altro, o gli altri dietro, pronti a seguirli e a appostarsi vicino alla vettura. Poi l’aggressione, il pestaggio: per rapinarlo (mancano il portafogli e il libretto di circolazione della sua Peugeot 107) o per una vendetta, forse: gennaio 2013 Taddei alle Cascine è aggredito e rapinato da un ragazzo.

Denuncia il fatto ai carabinieri: c’entra quell’episodio con la sua tragica morte? Qualcuno può aver deciso che era arrivato il momento di farla pagare al pensionato arrivato al Parco sembra intorno alle 22, un’ora dopo essere uscito di casa e aver salutata la moglie. Brutalità ‘estemporanea’ dopo un litigio per soldi, o brutalità premeditata: la differenza modifica la portata dell’accusa. Ma sempre di brutalità si tratta.

«Stiamo scavando in un ambiente degradato — rivela un investigatore — lavoriamo su più persone, bisogna accertare con esattezza chi c’era quella sera alle Cascine e chi ancora è su piazza; che ruolo eventuale ha avuto, martedì notte, ognuna delle persone che cerchiamo di identificare». Senza pause. Il sostituto procuratore Paolo Barlucchi coordina i carabinieri del nucleo investigativo del colonnello Ferdinando Musella e del maggiore Carmine Rosciano per fissare i movimenti della vittima, grazie ad alcune testimonianze. E al cellulare dell’artigiano edile: Taddei aveva fissato un appuntamento con un ‘amico’ abituale, o ha fatto una conoscenza occasionale?

CHE di omicidio si tratta se ne era avuta conferma indiretta quasi subito, dai tempi speditissimi, dal ritmo febbrile, impressi all’indagine dal pm Barlucchi. Poi dalla rapidità dell’ autopsia, eseguita dal dottor Cafaro appena otto ore dopo il ritrovamento del corpo, poi dall’immediato invio al magistrato inquirente, a esame concluso, di una e-mail, una pre-relazione dal quadro «chiaro. molto chiaro...» aveva sintetizzato il medico in modo sibillino ma di fatto esplicativo. Ieri mattina finalmente le prime conferme ufficiali degli inquirenti: «E’ stato sicuramente un omicidio. Cosa ce lo fa pensare? Le lesioni: è stato ammazzato di botte». Così il neo procuratore Giuseppe Creazzo è intervenuto sulla vicenda del 78enne artigiano edile di Poggibonsi. Dopo giorni in cui si era inspiegabilmente alzata la tensione fra gli inquirenti per le notizie che, nonostante lo stretto riserbo, filtravano ai giornali, ieri il procuratore ha lodevolmente fugato le ombre e fatto chiarezza. Non è stato un banale malore a uccidere l’anziano pensionato, come poteva (sia pure blandamente) sembrare in un primo momento, ma le botte. A parte i colpi in faccia, il dottor Cafaro ha infatti rilevato la frattura di almeno una costola che ha lacerato un polmone, provocata una vasta emorragia interna e fatto boccheggiare, fino alla morte, l’anziano. 

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro