Antognoni e l'incontro con Klein. «Se non mi avesse annullato il gol col Brasile...»

Su Pagine Ebraiche il viola campione del mondo nell'82 ricorda l'incontro, trent'anni dopo, con l'arbitro che gli negò ingiustamente la rete contro i verdeoro

Antognoni con il giornalista di Pagine Ebraiche, Adam Smulevich

Antognoni con il giornalista di Pagine Ebraiche, Adam Smulevich

Firenze, 1 luglio 2016 - «Dopo l’82 non l’avevo più rivisto. E forse è stato meglio così». Nel suo modo pacato, Giancarlo Antognoni parla dell’arbitro israeliano Abraham Klein. Sì, proprio l’arbitro di Italia-Brasile (3-2), memorabile tappa della cavalcata vincente azzurra in Spagna ai Mondiali del 1982, annullò un gol regolarissimo ad Antognoni. Sarebbe stato il 4-2 per gli azzurri (dopo la tripletta di Pablito Rossi) e il primo gol in un mondiale per Antognoni. Invece, anche per non essere riuscito a segnare contro il Brasile (cioè, ci era riuscito, ma Klein disse di no, ingiustamente) Antognoni in semifinale contro la Polonia cerca il gol a tutti i costi e in uno dei suoi tentativi il fallo di un avversario lo mise fuori gioco per la finale mondiale di Madrid.

A distanza di quasi trent’anni, nel 2011, Antognoni e Klein si sono incontrati a Tel Aviv dove l’ex campione viola era al seguito della nazionale italiana under 17. Sul  numero di luglio di Pagine Ebraiche (il mensile dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia) Antognoni, intervistato da Adam Smulevich, ricorda proprio quell’incontro, un modo per chiudere un capitolo, un cerchio anche doloroso della sua carriera.

Quando l’anziano Klein, considerato un mito in patria, una sorta di “Collina d’Israele”, vede  Antognoni lo saluta con un «Toh, guarda chi si vede». Antognoni potrebbe sfogarsi per quel gol annullato che lo spinse a cercare di segnare in semifinale con la Polonia, infortunandosi e perdendo la finale: «E’ un verdetto che mi sono portato dietro tutta la vita _ricorda nell'intervista_ se Klein non avesse annullato quel gol non mi sarei infortunato e avrei giocato la finale». Ma la classe è classe, in campo e fuori. E così, Antognoni si ferma a chiacchierare con Klein, un cocktail, qualche battuta scherzosa e il cerchio è chiuso.  

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