Choc alla residenza psichiatrica, si butta a 36 anni dalla finestra e muore: aveva causato la morte di un paziente alla Fratta

Il gesto disperato stamani alle 6,30. Era stato assegnato a via Curtatone dal magistrato e poteva uscire per andare al lavoro. Quelle bottre ad un anziano

Un'ambulanza (foto di repertorio)

Un'ambulanza (foto di repertorio)

Arezzo, 30 giugno 2015 - Tragedia questa mattina, alle 6,30 alla Struttura Residenziale Psichiatrica di via Curtatone. Un ospite si è gettato dalla terrazza della struttura, rimanendo ucciso dopo un volo di 5 metri. Inutili i tentativi di soccorso del personale sanitario della struttura prima e del 118 poi. Il Sostituto Procuratore della Repubblica Julia Maggiore, dopo il sopralluogo e i rilievi di legge eseguiti dai carabinieri, ha autorizzato la rimozione della salma, adesso a disposizione dell’autorità giudiziaria presso l’obitorio del San Donato.

L’uomo aveva 36 anni. Era giunto poco più di un mese fa su disposizione dell’autorità giudiziaria. Aveva ottenuto l’autorizzazione a recarsi al lavoro ogni giorno con propri mezzi e a rientrare nella struttura residenziale nel pomeriggio. Anche questa mattina era pronto ad uscire dopo aver fatto colazione. Poi come ogni giorno ha detto che andava in camera a prepararsi. L’uomo, come hanno dichiarato i sanitari ai carabinieri, non aveva dato segnali di particolare disagio in questi giorni. Era una persona in cura presso le strutture psichiatriche dell’azienda da molto tempo.

Esattamente un anno fa fu protagonista di un grave episodio dentro l’ospedale della Fratta. Di notte, mentre due infermieri lo stavano assistendo, reagì aggredendoli e picchiandoli, per poi andare in una camera del reparto di medicina dove colpi un anziano ammalato, che pochi giorni dopo morì. Nella struttura di via Curtatone ci sono 10 ospiti. E’una residenza psichiatrica ad alta intensità con una assistenza 24 ore su 24. Gli ospiti autogestiscono i propri spazi (puliscono, si fanno da mangiare, etc.) con il supporto di personale di assistenza nelle 24 ore ed educatori di giorno, mentre medici e infermieri garantiscono la presenza per attività programmata.

Al cordoglio e alla vicinanza che la Usl esprime alla famiglia, si aggiunge il particolare dolore degli operatori e degli altri ospiti della struttura che con l’uomo avevano un buono e positivo rapporto.