Incidenti di Giostra, mazzata su Porta Crucifera: sette turni di squalifica al capitano Maurizio Fazzuoli, decurtato il contributo al quartiere

I rossoverdi occuparano la lizza per protesta contro l'annullamento della carriera di Alessandro Vannozzi provocando quasi mezz'ora di ritardo

Maurizio Fazzuoli (a sinistra)

Maurizio Fazzuoli (a sinistra)

Arezzo, 23 ottobre 2014 - Costa cara a Porta Crucifera, e in particolare al suo capitano Maurizio Fazzuoli, la gazzarra inscenata nel corso dell’ultima edizione di Giostra, quella del 7 settembre. Il popolare dirigente rossoverde rimedia dalla Magistratura di Giostra, presiediuta da Marco Dioni, una stangata di proporzioni inusitate, almeno per chi ha un ruolo dirigente nella manifestazione e non è un semplice quartierista: sette edizioni di squalifica, che equivalgono a tre anni e mezzo lontano dalla piazza per il capitano, a dire il vero già dimissionario dopo le polemiche che hanno caratterizzato il dopo-Giostra rossoverde e che potrebbero portare a un profondo rinnovamento nei quadri di Colcitrone di qui all’assemblea che si svolgerà probabilmente fra la fine dell’inverno e l’inizio di primavera. Il quartiere si vede anche decurtato di un terzo il contributo annuale irrogato dall’Istituzione, non è un provvedimento da poco per chi avrebbe bisogno di finanze solide per ristrutturare con ampiezza in vista delle prossime Giostre. Una giornata di squalifica infine per il maestro d’armi Pommella, ma questa è una misura che forse pesa un po’ meno.

Come in molti ricorderanno, dopo la carriera nulla di Alessandro Vannozzi, che non riuscì ad effettuare una partenza valida, i quartieristi rossoverdi, guidati appunto dal capitano Fazzuoli e da altre figure eminenti di Palazzo Alberti (la sede di Porta Crucifera) occuparano di fatto la lizza, impedendo per quasi mezz’ora che la gara riprendesse regolarmente. A Colcitrone si chiedeva che a Vannozzi venisse consentito di ripetere la carriera. Ne nacquero polemiche roventi anche sul comportamento del Maestro di campo Dario Bonini, che si è però giustificato spiegando che i ritardi non era addebitabili a lui ma alla lentezza con cui la giuria aveva decreto la nullità della carriera di Vannozzi.