"Ghinelli nella torre d'avorio", Macrì attacca: offesi 1700 elettori di Fdi, fatto senza precedenti

Ribadita l'uscita dalla maggioranza, "comportamento sleale e giunta debole, assurdo pescare un assessore a San Gimignano"

Francesco Macrì

Francesco Macrì

Arezzo, 2 luglio 2015 - Non c'è andato leggero Franceco Macrì e all'attacco con  lui anche i rappresentanti delle forze che avevano partecipato alla lista Fratelli d'Italia-Allenaza per Arezzo. Il gruppo (Macrì e Carlettini) esce dalla maggioranza dopo il colpo di scena sulla presidenza del consiglio comunale. "Mi sento offeso", ha esordito Cristiano Romani de La destra. "E' accaduto - ha proseguito - un fatto senza precedenti in democrazia, ovevro che una forza determinante per la vittoria di una coalizione sia stata sbattuta fuori dalla maggioranza alla prima seduta di consiglio".  Stesso tenore per Roberto Severi: "E' stata una vergogna, traditi 1700 elettori". Scelta senza motivo logico secondo Daniele Piccoletti, mentre il responsabili di Fdi Federico Dini punta il dito contro i patti traditi. Giovanna Carlettini e Francesco Lucacci attaccano a fondo mettendo a nudo la profondità della frattura che si è venuta a creare.

Poi tocca a Francesco Macrì che ricostruisce la vicenda e attacca il sindaco: "Si è chiuso in una torre d'avorio, ha fatto tutto da sé, non ha ascoltato nessuno, si è permesso addirittura di inviare ai partiti che lo avevano sostenuto un foglietto con in bianco i nomi dei suoi assessori. La giunta è debole, tutta incentrata su Ghinelli stesso che si è prso tre assessori più altri due dalla sua lista personale, il feldmaresciallo e l'aiutante di campo. Ma l'assurdo è stato toccato andando a pesscare un assessore a San Gimignano, umiliando gli elettori della Lega così come sono stati umiliati i nostri elettori".