L'altro Cinquecento, l'arte bizzarra della "masnada" di Jacone in mostra a Casa Bruschi

Fino al 18 febbraio il "fuori mostra" di Palazzo Strozzi a Firenze dove è in corso l'esposizione dul Cinquecento fiorentino. Opere di Vasari, Bacchiacca, Papacello e Maso sa San Friano

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di SILVIA BARDI

VASARI nelle «Vite» li chiama «la masnada», una compagnia di amici artisti che deviavano dalle regole della pittura «classica» cinquecentesca, avevano come maestro di riferimento Andrea del Sarto ma rifuggivano dalle Accademie e dalle botteghe. Erano gli artisti della «maniera bizzarra», c’era il Bacchiacca e Jacone, «il peggiore di tutti» secondo Vasari. A loro è dedicata la mostra inaugurata  a Casa Bruschi «Vasari, Jacone e la maniera bizzarra», un «fuori mostra» che si lega a doppio filo a quella in corso a Firenze a Palazzo Strozzi su Cinquecento a Firenze. Un altro tassello dell’importante collaborazione tra Fondazione Bruschi e Palazzo Strozzi che vede Arezzo inserita negli eventi delle grandi mostre fiorentine e che in città ha già portato Bill Viola.

INAUGURATA da Silvano Manella amministratore delegato Ubi Banca Tirrenica, da Matteo Meledandri direttore generale di Ubi Academy, dalla curatrice Paola Refice della Soprintendenza e dal conservatore della Fondazione Carlo Sisi. Proprio Refice e Sisi ci fanno da guida. La mostra si apre con i ritratti degli illustri aretini: Benedetto Accolti, Concino Concini, Pietro Aretino, Petrarca, Masaccio, per andare alla scoperta di questa «maniera bizzarra» dove i riferimenti ai grandi maestri da Michelangelo a Leonardo a Pontormo a Giambologna si incrociano con figure caricaturali, espressioni beffarde, sguardi ironici, madonne che di sacrale hanno ben poco. Ci sono i dipinti di Jacone provenienti dal Museo e dal Calcinaio di Cortona, di Francesco Uberini detto il Bacchiacca è esposta per la prima volta la Madonna col Bambino e San Giovannino della collezione dell’antiquario aretino Gianfranco Barbiera dove la Madonna ha il volto di Pantasilea donna romana amata sia da Bacchiacca che da Cellini. Dalla collezione Bruschi le opere del Papacello e di Maso da San Friano, un dipinto anonimo in cerca di attribuzione, il ritratto di dama con giovane di Vasari e tutte le edizioni vasariane in ristampa antica dell’800. Mostra aperta fino al 18 febbraio con in programma incontri e conferenze.