Liste d'attesa al Santa Maria alla Gruccia. Non mancano le criticità

Scorrendo gli ultimi dati, che si riferiscono ai primi di ottobre, scopriamo che in Valdarno occorrono due mesi per una visita ortopedica e quasi tre per un esame ginecologico. Bene invece la chirurgia.

L'ospedale di Santa Maria alla Gruccia

L'ospedale di Santa Maria alla Gruccia

Arezzo, 19 ottobre 2017 - Il problema delle liste d’attesa al Santa Maria alla Gruccia è ancora lontano dall’essere risolto. Questo almeno analizzando gli ultimi dati di questo mese di ottobre, che evidenziano alcune criticità che dovranno essere affrontate, e anche qualche numero positivo. I problemi maggiori si hanno per gli esami ortopedici. I valdarnesi devono attendere, in media, 62 giorni, contro i 37 che occorrono al San Donato. Fuori tempo massimo anche le liste d’attesa per la visita ginecologica con classe di priorità breve o differibile. In due settimane dovrebbe essere espletata. In realtà, in Valdarno, ci vogliono 82 giorni. Stesso discorso per il check up cardiologico, per il quale occorrono 56 giorni. Criticità anche per la coloscopia (da 31 a 95 giorni), per la gastroscopia (95 giorni) e per la tac all’addome (da 39 a 105 giorni).

Ma quali sono i dati più positivi? Scorrendo la tabella della Asl notiamo che una visita dermatologica viene portata a termine in cinque giorni, nel pieno rispetto delle attese e appena sei giorni ci vogliono invece per un ecocolordoppler arterioso/venoso e cardiaco, quando invece ad Arezzo sono necessari da venti a sessanta giorni. Bene anche l’ecomammaria (6 giorni).

All’interno del sistema sanitario toscano è attivo un processo che dovrebbe portare ad un abbattimento consistente delle liste d’attesa, attraverso un piano definito anche dai vertici delle aziende sanitarie, rivoluzionario, teso a rendere omogeneo l’accesso alla diagnostica e alle prestazioni specialistiche in tutto il territorio aziendale. Un progetto destinato a rivoluzionare, oltre che il percorso di accesso, anche la presa in carico degli assistiti. Il piano è infatti destinato a cambiare radicalmente il sistema fin qui conosciuto e utilizzato dai cittadini per accedere alle prestazioni: estensione dei criteri di priorità, presa in carico dei pazienti, gestione delle cronicità, reti cliniche integrate, un sistema di prenotazione “diffuso” in cui la parola d’ordine è “dove si prescrive, si prenota. Quando il percorso sarà entrato definitivamente in funzione, i miglioramenti dovrebbero essere evidenti. Per il momento c’è ancora parecchio da lavorare anche se bisogna considerare che il problema non è certamente circoscritto al Santa Maria alla Gruccia, ma riguarda, chi più chi meno, tutta la Toscana.