Accusato di abusi sulla figlia di 13 anni: "Processatelo", l'udienza slitta a mercoledì

Le accuse erano state ripetute dalla ragazza anche nell'incidente probatorio. Lui si è sempre detto del tutto estraneo

Un'aula di tribunale

Un'aula di tribunale

Arezzo, 30 marzo 2017 - Si ndiscuterà solo il 5 di aprile l’udienza preliminare sul padre accusato di aver rivolto attenzioni morbose alla figlia minorenne. Ieri in Tribunale il rinvio dopo che il giudice Giampiero Borraccia ha dichiarato la propria incompatibilità a seguire il caso e si è reso necessario l’affidamento al nuovo magistrato Piergiorgio Ponticelli. Mercoledì dunque, si deciderà se rinviare a giudizio, come chiede la Procura, l'uomo accusato di aver rivolto attenzioni morbose alla propria figlia. 

Nei primi mesi del 2016 (ma i presunti abusi sarebbero iniziati almeno due anni prima) l’adolescente confidò quanto le stava accadendo ad alcune amichette. Mezze parole, frasi in sospeso per raccontare che il babbo, separato dalla madre, la molestava. Una storia finita nelle chat degli smartphone delle compagne di scuola e qualcuna aveva deciso di parlarne con i genitori.

Qualcuno ha informato anche i carabinieri che avviarono subito le indagini. Un'inchiesta che aveva consentito di raccogliere elementi e testimonianze ritenute attendibili e in grado di completare il fascicolo per la Procura. Era scattato così il fermo del quarantenne e poco meno di dodici mesi fa il pubblico ministero aveva provveduto a disporre gli arresti domiciliari.

Fin dal primo momento ha sempre professato la propria innocenza, negando ogni addebito. Una posizione ribadita anche dopo l’incidente probatorio svoltosi alla presenza dei magistrati, degli avvocati della mamma e del babbo, rispettivamente Sidonia Cellai e Daniela Denarosi, e della dottoressa Alessandra Guarino Amato, psicologa in servizio al Meyer di Firenze.

In quella circostanza la ragazzina aveva confermato la versione originaria. Mercoledì si sapranno gli ulteriori sviluppi.