Viaggio tra antico e moderno, alla Ex Marmi di Pietrasanta le opere di Filippo Sciascia

Fino all'8 agosto è possibile visitare la mostra delle opere di Sciacia 'Matahari'

Una scultura di Sciascia

Una scultura di Sciascia

Pietrasanta, 4 agosto 2014 - Ultima settimana per un viaggio fra antico e moderno, fascino dell'Occidente e poesia d'Oriente. All'Ex Marmi di Pietrasanta la Galleria Poggiali e Forconi di Firenze ha aperto le porte quest'anno a "Matahari", la mostra dell’artista Filippo Sciascia concepita per quello spazio. Il nucleo centrale dell'esposizione è rappresentato da "Gremano Esiatico", una serie di sculture che idealmente proseguono la poetica della mostra al museo Archeologico di Napoli, con opere alte oltre 230 cm, realizzate con materiali come il gesso, il legno, il ferro, il cemento. Suggestioni e forme sono nate da un progetto congiunto realizzato con Luigi Ontani, con il quale, Sciascia condivide un’esperienza artistica quotidiana a Bali, dove oggi vive, dopo lunghe esperienze a New York e a Firenze.

Le opere risentono infatti fortemente dell’influsso indonesiano, delle mitologie e delle filosofie orientali, ma anche delle materie prime dell’arte tipica di quel territorio; tuttavia come dice l’acronimo del titolo, è fortemente avvertibile anche l’influsso della tradizione iconografica Greca e Romana, come i volti dei Bronzi di Riace che in questi lavori sono dipinti su carta e installati su veri tronchi di alberi di felce balinese. Da questa gruppo di sculture si sviluppa una serie di lavori, di dimensioni molto ridotte, in cui ritroviamo il fil rouge del dualismo occidente-oriente e che uniscono in sè la pratica della pittura e la tridimensionalità dell’installazione. Così anche nell'opera Untitled 8, una scultura realizzata con filo spinato ritroviamo un’estetica che richiama l’occidente rimandando alla figura di Gesù Cristo, ma qui assieme all’iconografia classica della corona di spine troviamo anche degli inaspettati cavallucci marini che rimandano invece all’ambiente, alla cultura e all’iconografia orientale Il titolo della mostra Matahari è una parola indonesiana che significa occhio del giorno, inteso come sole, e che idealmente ricollega le opere di questa mostra con il corpus centrale della ricerca artistica di Sciascia incentrata sulla ricerca della luce sia da un punto di vista fisico-scientifico e antropologico che da un punto di vista filosofico intendendo la luce come conoscenza.

Antana Sinar Media è invece una tavola di legno balinese intarsiata come formelle di Brunelleschi su cui Sciascia realizza ritratti ad olio, testimonianza di una decontestualizzazione di “object trouvè” cui, non solo viene restituito un significato nuovo, ma vi si applica un perenne dualismo tra storia personale e ricerca artistica, tra simbolismo indonesiano e tradizione iconografica e culturale occidentale. Completano la mostra una serie di opere nuove realizzate ad olio, malto e gesso su tela e legno che hanno come soggetti il ritratto, quale mezzo, ma non fine, della dinamica concettuale di Filippo Sciascia che abbraccia i campi della medicina orientale, della spiritualità, della scienza, della filosofia, della poesia e del sacro. Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Galleria Poggiali e Forconi con testi di Lorenzo Poggiali. La mostra è aperta dal martedi alla domenica dalle 18 alle 24