
Lo scrittore Manlio Cancogni
Ancora lucidissimo, Cancogni ha ricevuto la visita del sindaco di Pietrasanta, Domenico Lombardi, e del sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti, che si sono congratulati con lui per il traguardo tagliato e gli hanno consegnato alcuni riconoscimenti legati alla Versilia, terra d'origine dei genitori dove è cresciuto e dove ha deciso di trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Messaggi di auguri sono arrivati da numerose parti d'Italia.
Cancogni, scrittore e saggista, ha scritto per alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane: il suo lavoro più celebre resta comunque l'inchiesta sulla corruzione pubblicata nel 1956 sull'Espresso dal titolo "Capitale corrotta = nazione infetta" che rappresenta una delle pietre miliari del giornalismo d'inchiesta italiano.
Ha svolto la sua attività di giornalista dedicandosi in particolare a inchieste di taglio politico-sociale per giornali e periodici quali L’Espresso,L’Europeo, Il Mondo. E poi ha diretto la rivista La Fiera letteraria. Ha scritto romanzi e racconti che fondono l’ispirazione autobiografica con un’osservazione acuta e documentaristica. Tra i suoi scritti troviamo: "La carriera di Pimlico", "L'odontotecnico", "Una parigina", "Parlami, dimmi qualcosa", "La linea del Tomori", "Azorin e Miró", "Il ritorno", "L'amore lungo", "Il latte del poeta", "Perfidi inganni", "Nostra Signora della Speranza", "La coincidenza", "Quella strana felicità" che è stata premiata a Viareggio, "Il genio e il niente".