“Le vie del sole”: tutte le sfumature degli artisti della scuola di Staggia

La mostra prosegue con successo (fino al 7 settembre) al Palazzo Mediceo di Seravezza

"Le vie del sole"

"Le vie del sole"

Seravezza, 2 agosto 2014 - Telemaco Signorini  li definì gli artisti che tentarono “Le vie del sole”. Era quel gruppo della “Scuola di Staggia” che secondo i ricordi dello stesso artista si erano riuniti intorno ai pittori di origine ungherese Carlo Markò junior e a suo fratello Andrea, figli di quel Carlo Markò senior che nel suo atelier fiorentino dagli anni Quaranta, aprì una scuola di paesaggio.

E “Le vie del sole. La scuola di Staggia e il paesaggio in Toscana fra Barbizon e la macchia” è proprio il titolo della mostra che prosegue con successo (fino al 7 settembre)  al Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia. Un viaggio in pittura  che accende i riflettori su quei pittori di metà Ottocento che  abbandonarono un approccio “accademico” al paesaggio, per anticipare una visione più personale e quotidiana della natura che culminerà poi nel movimento dei “macchiaioli”.  Curata da Nadia Marchioni e organizzata dalla Fondazione Terre Medicee e dal Comune di Seravezza, l'esposizione raccoglie 60 opere provenienti da musei e gallerie prestigiose come la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Pinacoteca di Brera, il  Museo Stibbert, il Museo di Capodimonte di Napoli, il  Museo Civico di Pistoia. 

"Una esposizione di alto profilo scientifico con la suggestione di un “viaggio pittorico” inedito e coinvolgente”, ha commentato Carlo Sisi, presidente del comitato scientifico e uo dei più illustri studiosi della pittura dell'Ottocento. Insieme ai dipinti di Carlo Markò troviamo le opere di artisti come Emilio Donnini e Serafino De Tivoli e poi Carlo Ademollo, Lorenzo Gelati, Alessandro La Volpe, Curio Nuti e Michele Rapisardi. Una produzione che rappresenta un momento cruciale nel rinnovamento della pittura del paesaggio in Toscana e che prese ispirazione dei pittori francesi della scuola di Barbizon che, a partire dalla fine degli anni Venti dell’Ottocento, nei pressi di Parigi riuscirono, ritraendola dal vero, a rivoluzionare la pittura di paesaggio. Nella mostra sono esposti proprio per la prima volta al pubblico sei straordinari dipinti, messi a disposizione da un prestatore privato, dei protagonisti di questa “scuola”, fra cui Charles-Françios Daubigny, Narcisse-Virgile Diaz de la Peña, Jules Dupré, Constant Troyon. 

Il cuore della mostra è però costituito dalle opere della “scuola di Staggia” dove si coglie in pieno la nascita di una nuova sensibilità: il paesaggio non è più l’ideale natura composta in studio secondo codificate leggi accademiche, né la ricerca di sublimi effetti romantici;  l’emozione dell’artista di fronte alla natura si raccoglie in abbreviate visioni di ruderi o cascinali nella campagna, sul greto di un torrente, presso un abbeveratoio o una strada polverosa che scompare nel fitto del bosco. Dipinti dove la realtà viva e pulsante viene evocata con inedita libertà. Opere come quelle di Markò, Altamura, De Tivoli, Gelati, Donnini, La Volpe e Nuti tra cui una vera e propria riscoperta: “Il castello di Staggia” di Alessandro La Volpe (dal Museo di Capodimonte) restaurato per l’occasione, ma anche altri dipinti che permettono di seguire la geografia del paesaggio toscano, stagione dopo stagione, secondo gli spostamenti di questi artisti. La campagna senese, alla Valle del Serchio ed alle maestose Alpi Apuane, ai cui piedi Seravezza, sovrastata dalle cave di marmo e dall’arco naturale del Monte Forato, fu tappa prediletta, in diversi momenti, di De Tivoli, Gelati, Donnini e dei Markò, che strinsero con  Seravezza un vincolo speciale. Per sottolineare questo aspetto, nella prima sala del Palazzo Mediceo, è possibile vedere per la prima volta l’enorme tela realizzata da Andrea Markò come fondale scenico del locale teatro che rappresenta la Disfida di Barletta. Nel cortile  di Palazzo Mediceo e nel grande prato adiacente si possono poi ammirare le grandi e affascinanti sculture in marmo dello sculture friulano Giorgio Eros Morandini.

La mostra “Le vie del sole”  è aperta dal lunedì al venerdì  dalle ore 17 alle 24; sabato e domenica 10.30 /12.30  e 17/24.  Informazioni: Fondazione Terre Medicee, ufficio mostre: tel. 0584.757443, sito web: www.terremedicee.it  - [email protected]