DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Addio a Vittorio Focacci, l’imprenditore del 'Vaticano' e di mille attività

“Cricco“ aveva 78 anni ed era uno dei personaggi più caratteristici e vulcanici. I funerali domani in Duomo

Vittorio Focacci era nato il 15 marzo 1943

Pietrasanta, 28 maggio 2021 - Istrionico, dal cuore immenso, precursore in ogni campo e soprattutto pietrasantino che più doc non si può. Non basterebbe una pagina per descrivere Vittorio “Cricco“ Focacci, scomparso ieri a 78 anni all’ospedale Versilia a causa di uno scompenso cardiaco. Appena si è diffusa la notizia la città ha sentito un vuoto dentro, come se a un albero venisse recisa una radice. Perché “Cricco“ era linfa vitale, un personaggio che resterà negli annali per le miriadi di cose fatte, dalle più bizzarre a quelle che hanno lasciato un’impronta indelebile. Nacque in via Aurelia nord 1, a due passi dal terminal bus, lo stesso giorno in cui il padre Bruno morì in guerra. Trascorse i primi anni a Seravezza, dove la madre Dionise gestiva una polleria. Poi sposò l’adorata moglie Anna Giannaccini, da cui ebbe i figli Francesco, Bruno e Andrea, e venne a Pietrasanta aprendo una polleria all’ex mercato alle Poste e poi in via Oberdan.

Da allora un fiume in piena. Rilanciò il Carnevale pietrasantino dopo un lungo stop, guidando la contrada Lanterna. Nei primi anni ’80 fu presidente del Pietrasanta calcio (dopo l’era Bernardini), che riconsegnò con i bilanci in ordine, e fu dirigente e allenatore della Don Bosco Mazzola. Mollò tutto per dedicarsi al bagno Liù di Fiumetto, rilevato nel 1981, gestito dal 1982 e tuttora portato avanti dai Focacci. Fu il primo bagno ad avere docce calde, piscina e sdraio in alluminio. Nel ’90 comprò due appartamenti alle Canarie, in cui era solito trascorrere l’inverno ospitando centinaia di amici, e lo stesso anno creò il ristorante “Vaticano“ in via del Marzocco, il primo in città a cucinare pesce: lo diede in gestione nel ’92 e lo riprese nel 2014 convertendolo nell’attuale bisteccheria.

E poi il sociale: da volontario della Croce Verde raccolse aiuti umanitari per il terremoto in Friuli e nel ’96 col patino salvò alcune persone durante l’alluvione. Girò il mondo: celebre il viaggio in Russia nel ’78 a bordo di un’Alfetta rossa. Una vitalità sconfinata minata da problemi al cuore che aveva risolto una ventina d’anni fa. Ma la vera batosta arrivò nel 2014 con la perdita del figlio Francesco e una leucemia che sconfisse nonostante i medici gli avessero dato un mese di vita. La salute di Focacci, che viveva alle Buriane, era peggiorata nell’ultimo mese. I familiari ringraziano il dottor Corti e i sanitari che lo hanno supportato. Ieri hanno portato la salma al Liù per un saluto al mare ed è in mare, proprio come Francesco, che le sue ceneri verranno disperse. Domani l’ultimo saluto con partenza dalla cappellina della Croce Verde e i funerali alle 15,30 in Duomo. Alla famiglia Focacci le condoglianze della redazione.