Un versiliese sul podio del bob, 30 annji fa

Stefano Ticci dal mare alla pista di ghiaccio: conquistò il bronzo con Gunther Haber, e tanti altri titoli

Un versiliese sul podio del bob, 30 annji fa

Un versiliese sul podio del bob, 30 annji fa

Sembra ieri l’altro. Ma sono passati trenta anni tondi tondi da quel giorno: non è vero Stefano Ticci? L’immagine è un ragazzone nato in Versilia sul podio olimpico a Lillehammer, Norvegia. Emozioni, adrenalina, suspense, la sfida che si gioca sul filo dei centesimi di secondo. Il cuore che scoppia. Gli applausi. L’uragano di felicità, stemperata dal pensiero che ci poteva scapparci anche qualcosa di più del terzo metallo. Una questione di millesimi di secondo. Sorride, Stefano Ticci. Ed è naturale che lo faccia. “Già, la conquista di una medaglia alle Olimpiadi, il sogno di qualsiasi atleta”.

Proprio così, un bronzo in una disciplina che un giovane atleta salmastroso, difficilmente avrebbe mai pensato di sentirsela addosso: il bob a due. Neve, ghiaccio, velocità. Attenzione: quella medaglia, conquistata in coppia con Gunther Huber, non fu un caso ma la naturale evoluzione di un’intesa che sarebbe sfociata anche in due Coppe del mondo di specialità e in un titolo europeo. Senza dimenticare – e di questo Stefano Ticci va orgoglioso – le quattro partecipazioni alle Olimpiadi: nel 1984 a Sarajevo (all’epoca Jugoslavia), quattro anni dopo a Calgary (Canada), poi nel 1992 ad Albertville (Francia) e due anno dopo a Lillehammer dove la carriera del velocista versiliese – Stefano Ticci era un buon atleta tesserato per Cgc Viareggio – toccò la vetta più alta. “Se ci ripenso...”, ha sempre detto il campione Ma come era finito Stefano Ticci, velocista da 10’5 sui 100 metri in forza alla sezione atletica del Cgc Viareggio, a garantire la spinta al bob? La scintilla scocca in una chiacchierata fra Giorgio Werth, commissario tecnico della Nazionale di bob, e il professor Franco Grillotti, prima atleta e poi tecnico del club viareggino. Werth gli confida che sta cercando qualcuno che possa garantire una maggiore spinta in partenza per acquisire velocità al bob a due e formare così un equipaggio molto competitivo a livello mondiale. Cerca un velocista, potente. A Grillotti si accende la lampadina. “Ti mando un ragazzo, vedrai: è quello che cerchi”. Andò proprio così. Le prime prove a secco all’Acquacetosa a Roma. Poi in montagna. Il battesimo della pista. “Paura? All’inizio ero ovviamente un po’ titubante. Poi...”. Poi entra in gioco l’intesa con il pilota Gunther Huber. Due atleti che si completano, affinano l’intesa. Sportivamente sembrano fatti l’uno per l’altro. Comincia così una sfida continua con il tempo. In giro per il mondo. Inseguendo i risultati. Che arriveranno, regalando gioia, emozioni e foto che ancora oggi, fanno galleggiare nel mare magnum dei ricordi piacevoli, quei momenti ricchi di sfumature che non puoi e non potrai mai dimenticare.

G.L.