REDAZIONE VIAREGGIO

Versilia, sui cenoni aleggia lo spettro delle disdette

Ristoratori sospesi tra timori e speranze: "Qualche cancellazione c’è, ma alla fine la voglia di festeggiare sarà prevalente in tutti"

In pochi giorni le aspettative di San Silvestro si sono drasticamente ridimensionate

Versilia, 28 dicembre 2021 - L’artiglio del Covìd si allunga sul cenone di San Silvestro: e non è l’unghiolo dello zampone, purtroppo. Ma nella maggior parte dei ristoranti viareggini le prenotazioni ci sono e sfiorano il tutto esaurito. Però mancano le certezze. E’ successo già con il pranzo di Natale, il primo maxi evento a essere investito dall’aumento vertiginoso dei contagi: tra disdette per quarantene, positività o semplice paura, all’ultimo secondo i ristoratori si sono ritrovati con più di un tavolo libero. E anche ora vivono alla giornata. "Fino a un paio di settimane fa andavamo bene con le prenotazioni - spiega Giuseppe Patruno del ristorante Ciccarelli, all’hotel Esplanade -; adesso, invece, in tanti stanno cancellando. I motivi sono noti: quarantene, tamponi positivi ma soprattutto contatti con contagiati. Per San Silvestro, in particolare, avevamo una settantina di posti prenotati, mentre adesso siamo scesi a quaranta, tutti disdetti negli ultimi giorni". La sensazione è che, come le disdette, anche le prenotazioni potrebbero arrivare all’ultimo secondo, proprio per esser certi di potersi godere l’ultimo dell’anno senza patemi. "Ma sì, qualcuno che riprenota ci sarà, però noi dobbiamo organizzare il lavoro: per questo ho preso le caparre per tutte le prenotazioni e cercherò di fare la spesa soltanto all’ultimo minuto. D’altronde, tutti i giorni i casi aumentano ed è normale che la gente finisca col suggestionarsi: c’è molta titubanza in giro, non tutti sono tranquilli".

Ma siamo sicuri che sarà così facile rinunciare ai piaceri della tavola e della buona compagnia? Il diario delle prenotazioni di Alberto Belluomini, contitolare della Braceria Amaro, per adesso ha poche caselle bianche, segno che la voglia di festeggiare c’è, anche se sotto la spada di Damocle del virus. "In generale, stiamo andando abbastanza bene - racconta -; anche se c’è stata qualche defezione per casi positivi e qualcuno che magari ha il timore di cenare fuori, in linea di massima possiamo dire di essere al completo. Ma ovviamente non c’è la massima sicurezza per queste prenotazioni: è già successo che qualcuno, magari avando qualche positivo in famiglia o al lavoro, abbia deciso di disdire. A volte, anche la matstina stessa. Lavorare così, per noi, a livello organizzativo non è il massimo, e non solo da un punto del ritorno economico: bisogna pensare all’approvvigionamento delle materie prime, e soprattutto alla salute delle persone. Per questo, abbiamo ridotto la capienza all’interno del locale togliendo dei tavoli per garantire un maggior distanziamento. Quello che si poteva fare, l’abbiamo fatto, ma visto l’andazzo delle ultime 48 ore ci aspettiamo qualche defezione".

Di fronte alle difficoltà, si prova a reagire d’ingegno. All’Osteria Piazza Grande, ad esempio, muscoli ripieni, salmone marinato e un conchetto dell’oste non si negano a nessuno: cucina aperta, menu vario, ma ognuno mangia a casa sua. Come lo scorso anno il locale di via Machiavelli farà solo asporto. "Vista la situazione, abbiamo preferito limitarci alle consegne - spiega Giacomo Beconcini -; l’anno scorso, con tutte le restrizioni che c’erano, abbiamo optato per l’unica soluzione praticabile. Quest’anno avremmo potuto restare aperti, ma preferiamo non prendere persone all’interno. Abbiamo pubblicato il menu su Facebook e aspettiamo di vedere che riscontro ci sarà, visto che tanti locali resteranno comunque aperti. Noi non vogliamo rischiare: tuteliamo la clientela e salvaguardiamo il personale, anche se siamo tutti vaccinati". Fiducia, sì, ma non incondizionata. Ecco perché alcuni locali resteranno chiusi a San Silvestro (sulla scia, comunque, di quanto fanno già da anni, da ben prima della pandemia, locali rinomati come lo stellato Romano). Da Giorgio, ad esempio, il cenone non si fa da trent’anni. "Ma secondo me chi lavora riempirà il locale - si espone Guido Lamberti -; al momento c’è ansia per le disdette, ma chi potrà, non vorrà rinunciare all’ultimo dell’anno".

DanMan