Strage di Viareggio, i parenti delle vittime: "Le Ferrovie non ricorrano in Cassazione"

Le parole all'indomani della sentenza di Appello, che ha confermato la condanna a sette anni per Moretti

La strage di Viareggio

La strage di Viareggio

Viareggio, 21 giugno 2019 - «Di queste due sentenze che hanno analizzato nel dettaglio un sistema ferroviario totalmente fallace, dovrebbero prenderne atto i nuovi vertici di Ferrovie e il Mit. Chiediamo pertanto alle società coinvolte, come segnale concreto di scostamento dagli errori gravissimi commessi dai suoi ex amministratori», «di ammettere le proprie responsabilità non ricorrendo in Cassazione ma operando per riqualificare tale sistema». Così i parenti delle vittime della strage di Viareggio dopo la sentenza di appello di ieri.

«A noi non interessa la figura di Moretti ma il sistema di scatole cinesi per non arrivare alle responsabilità. Con la sentenza della strage di Viareggio si è affermato un principio inverso, ovvero che chi amministra è anche responsabile, è datore di fatto, e pertanto deve prendersi le sue responsabilità. È un risultato che non serve solo a noi ma anche a Rigopiano, al Ponte di Genova o a Pioltello». Così Marco Piagentini, presidente dell'associazione il Mondo che vorrei, che riunisce le vittime della strage di Viareggio, commentando la sentenza d'appello.

La pubblicità dei treni Av in onda in queste settimane con «il treno che entra in una camera coi bambini, per noi è allucinante, perché a noi è veramente entrato nelle camere, dei bambini, dei ragazzi e delle persone. Quando la vedo mi si ferma il cuore». Così Daniela Rombi, madre di una delle vittime della strage di Viareggio, in una conferenza stampa convocata oggi per commentare la sentenza di appello sul disastro alla stazione ferroviaria del 29 giugno 2009.