REDAZIONE VIAREGGIO

Storica antichità Pighini chiude dopo 40 anni

Gli effetti della pandemia, legati a una crisi già cronica del settore, decretano la fine dell’attività in via Foscolo, a lungo punto di riferimento

Quasi quarant’anni di lavoro, un punto di riferimento per gli appassionati di arte, arredamento, pittura, oggettistica. Ma la crisi che ci attanaglia, i gusti delle nuove generazioni che cambiano e anche gli effetti a livello economico del Covid rappresentano ormai un ostacolo insormontabile. Claudio Pighini dice basta e a giorni chiude il suo negozio in via Foscolo per lustri punti di riferimento per chi voleva trovare qualcosa di datato e artistico. La città perde un altro tassello della sua storia commerciale.

Il problema è generale e non singolo. Gli antiquari in città sono pochissimi anche perché il gusto di trovare certi oggetti di qualità non è più diffuso. Claudio Pighini, in origine architetto, all’inizio degli anni Ottanta entra nel mondo degli antiquari. "Ho aperto in via Foscolo ma non nella sede attuale dove c’era la trattoria Baghino - racconta -. Un’avventura subito coinvolgente. C’era un’utenza viareggina e turistica".

E infatti un buon antiquario è quello che riesce a trovare pezzi di qualità in giro per il mondo. "L’Austria e la Svezia - dice Pighini - sono state per me mete obbligate come la partecipazione al ‘Mercante in fiera’ a Parma". I quadri e i mobili del ‘500 i suoi pezzi preferiti. In un lavoro dove ha coinvolto anche la moglie Karin, di origine svedese ma ormai viareggina di adozione. "La mia più grande soddisfazione da venditore? Un gigantesco quadro di un pittore veneto del ‘600. Raffigurava Dalila che taglia i capelli a Sansone - aggiunge -: l’ho scovato in Svezia e sono riuscito a portarlo a Viareggio con un camion di un mobiliere di Quarrata. Fu una specie di odissea ma ci riuscimmo e il quadro venne acquistato da un appassionato d’arte di Firenze". Ma ora sembrano ricordi sbiaditi e lontani anni luce.

"Io e mia moglie siamo stanchi. C’è una crisi economica importante, il Covid sta assestando un colpo doloroso ma c’è anche una crisi del gusto da parte della gente. Le coppie giovani in particolare non apprezzano più i prodotti antiquari. Vogliono cose più semplici e funzionali. Fino a qualche anno fa ti chiedevano a ripetizione ad esempio prodotti Ginori del ‘700. Erano disposti a pagare anche cifre importanti. Ora è tutto fermo". Ma Claudio Pighini si ricorda un episodio curioso? "Ci sono stati coloro che hanno cercato di vendermi materiale che non valeva niente ma non ci sono mai cascato - conclude - . Ricordo il boom di proposte di materiale religioso come arredi sacri, candelabri, sedie, dipinti che venivano proposti da privati e anche dai religiosi che dovevano finanziare i lavori alle chiese . Poi entrò in vigore la legge che tutto era patrimonio dello Stato e quindi tutta questa offerta è mancata".

E.Sa.