"Quando si giocava al Bertabello" Il Vela vinse lo scudetto di basket

La palla a spicchi rimbalzava nei campi all’aperto e la città battè il Cantù, nella sfida tra le ’elette’, 89 a 61

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di Enrico Salvadori

Vincere uno scudetto nello sport è qualcosa di magico. Sempre. E Viareggio si fregia di un tricolore vinto nel basket che era ancora pallacanestro e si giocava in molti casi all’aperto. Come a Viareggio al Bertabello, in via IV Novembre su un fondo di marmo, l’area dove poi sorgerà il liceo scientifico Barsanti e Matteucci. Uno scudetto è un vanto della città che va oltre all’aspetto puramente agonistico e Viareggio lo ha un po’ dimenticato. Correva la stagione 1955-56, quella successiva alla prima riforma dei campionati che ha creato la prima Prima serie delle elette e declassato la serie A a seconda serie. Le prime classificate dei due gironi delle elette si giocano lo scudetto. Il Viareggio sponsorizzato dal calzaturificio Vela è neo promosso e viene inserito nel girone B dove mette in riga Civitavecchia, Ravenna, Livorno, Napoli e Lazio. Lo spareggio per il titolo se lo deve giocare con Cantù che vince la prima in casa (79-60) ma viene umiliata al Bertabello dal Vela che si impone 89-61. È necessario lo spareggio in campo neutro. La Federazione individua la Sala Borsa di Bologna ma poi sceglie il campo all’aperto di corso Monte Grappa a Genova. Lo spareggio del 18 marzo 1956 è una partita stranissima, specialmente nel primo tempo che il Vela chiude in vantaggio 19-11. Il punteggio bassissimo è dovuto al fatto che i canturini adottano una tattica troppo attendista (non c’era il limite di tempo per ogni azione) in attesa di sparare le cartucce nel secondo tempo perché hanno lo slavo Borislavur acciaccato. Secondo un fair-play oggi impensabile il Vela aveva chiesto di spostare la data dello spareggio perché i lombardi erano zeppi di infortunati e la Federazione disse no.

Nella ripresa la finalissima fu un’altra partita e il Viareggio vinse 53- 39. La città del Carnevale aveva conquistato il suo primo scudetto che una squadra composta quasi interamente da giocatori locali. Nel Dopoguerra la pallacanestro era diventata popolare in città grazie anche alla vicinanza alla base militare di Camp Darby dove tanti statunitensi si sfidano in interminabili partite. I ragazzi viareggini videro gli americani della 92^ Divisione Buffalo giocare nella pineta di Ponente, alla Fontanella, e scoccò la scintilla. Nel 1946 nacque il Club Assi Viareggio dove giocavano il capitano Giacomo (Mino) Parodi, Gigi Pieraccini, Francesco ‘Cecco’ Luporini e Sandro Luporini che sarà pittore e inventerà il Teatro-canzone con Giorgio Gaber. L’Assi Viareggio conquista la serie A nel 1959-60. Al gruppo originario si sono aggiunti Celeste Soppelsa, Lazzaro Lucarini (detto il fachiro), Franco Fiorani, Renzo Casacci. Un ruolo importante per la società lo svolge la famiglia Bertuccelli. In particolare l’avvocato Oberdan proprietario dell’Eden e dell’Eolo e il cognato Mino Parodi che giocava ed era gestore delle due sale cinema cittadine. E visto il feeling con la base Usa di Camp Darby il Vela schierò anche due americani, Lissy e Dowthy soldati a Tombolo e che per allenarsi venivano accompagnati all’andata e al ritorno in auto dai dirigenti. Ma l’epopea in un periodo pionieristico della pallacanestro finisce. La Betti Viareggio negli anni ‘70 allenata da Ilo Mannocci raggiunse la B e poi la A2 grazie a una squadra composta da talenti assoluti come Bonaguidi, Alfredo Bonuccelli, Dini Morelli e Sodini. Tra questi anche il compianto Daniele Stefanini che poi giocherà in serie A1 a Bologna (Fortitudo), Pesaro e Livorno. Ma la gioia immensa di quel marzo 1956 non si è più provata.