REDAZIONE VIAREGGIO

Lina Wertmuller, 'Travolti da un insolito. provino al Midhò

La grande regista scomparsa a Roma venne due volte in Versilia dove avrebbe voluto girare anche un film balneare "leggero"

La Toscana l’aveva nel cuore e nella sua lunghissima produzione cinematografica e teatrale, Lina Wertmuller, scomparsa ieri all’età di 93 anni, mise in scena la nostra irriverenza con la seguitissima serie Rai “Il Giornalino di Giamburrasca” (1964). Era tratta dal libro sulle avventure di Giannino Stoppani, Giamburrasca appunto. La Wertmuller amava Viareggio e la Versilia anche se il suo mare era quello laziale con al massimo una puntata in Maremma. “Ma dalla Versilia fino a Castiglioncello – confidò ad alcuni amici – c’è un’atmosfera che sa di cinema e che ha ispirato tanti miei colleghi”.

Due sono stati i contatti importanti tra Lina Wertmuller e la nostra terra. L’edizione di EuropaCinema del 1991 e tre anni dopo la preparazione di “Ninfa plebea”, un film del 1994 tratto dal romanzo di Domenico Rea che nel 1993 vinse il premio Strega. Nel 1991 erano gli anni in cui EuropaCinema diretto da Felice Laudadio viveva le stagioni dello splendore. Edizioni di qualità e anche idee che facevano notizia. Come quella di portare da Roma Termini alla stazione di Viareggio il “Treno degli artisti”. Un convoglio straordinario composto da 12 vagoni, 6 dei quali adibiti a ristorante. In 3 ore da Roma a Viareggio arrivarono in 200 e tra questi la Wertmuller che ebbe belle parole per il ruolo di Viareggio nella storia del cinema. Lina Wertmuller, grazie all’amicizia con Stefania Sandrelli, ne approfittò nell’estate del 1994 per cercare da noi l’attrice che interpretasse Miluzza, la protagonista di “Ninfa plebea” che girò poco dopo.

Venne scelta come location la bellissima terrazza del Midhò il locale che Alberto Cavallini, da poco scomparso, aveva creato come evoluzione della Caravella. Anche il Midhò non esiste più ma quell’estate se la ricordano ancora in molti. Centinaia di ragazze che arrivavano dalla Spezia a Livorno e anche dall’entroterra si iscrissero. Le testò per un’intera giornata fino a tardi tutte lei, Lina Wertmuller, e i provini furono pubblici. Fu un battesimo del fuoco per queste ragazze, molte delle quali intimorite dal confronto con la regista e dall’impatto con il pubblico.

Alla fine ci fu una grande serata al Midhò con la regista che parlò del film per il quale scelse come Miluzza la non ancora diciottenne Rosa Carannante, in arte Rosa Cara, che non ha lasciato tracce indelebili nel cinema. Nel cast un po’ di Viareggio c’era perché Nunziata, la madre di Miluzza, fu proprio Stefania Sandrelli. La Wertmuller avrebbe voluto realizzare in Versilia un film più leggero sul tipo di “Sapore di mare”. Ne parò con i fratelli Vanzina e con il regista viareggino Adolfo Lippi quando i due rappresentarono l’Italia alla settimana del cinema italiano in Australia.

Enrico Salvadori