DARIO PECCHIA
Cronaca

Orfanelli in Mozambico. Perla è tornata in Africa: "Insegno il nuoto ai bimbi. Ma serve l’aiuto di tutti"

Lazzareschi sta girando il globo in bicicletta per la sua missione di formazione. Alla "Casa do Goiate" di Boane ogni giorno sono ospitati 160 ragazzini.

Orfanelli in Mozambico. Perla è tornata in Africa: "Insegno il nuoto ai bimbi. Ma serve l’aiuto di tutti"

L’alba è passata da poco. I bambini hanno già fatto colazione, poi metà di loro è andata a scuola. Gli altri sistemano la cucina e iniziano a preparare il pranzo, perché loro a scuola ci vanno più tardi. E’ quello che succede ogni mattina all’orfanatrofio “Casa do Gaiato di Boane” in Mozambico. E’ qui che è tornata ad ottobre Perla Lazzareschi, la 48enne, insegnante di nuoto viareggina, tutta muscoli, coraggio e solidarietà, che ha deciso di girare il mondo in bicicletta (ha già percorso tanti paesi di Europa, Asia, Africa e Sud America) e insegnare a nuotare ai piccoli.

“L’energia che ho trovato e oggi ascolto in questo luogo – racconta Perla – è esattamente quella che ricordo, la stessa che sentii un anno e mezzo fa, quando arrivai qui, dopo un lungo giro di bicicletta pedalando per alcuni paesi africani. Forse la parola energia non è adatta a spiegare ciò che percepisco in questo momento, così cerco di trovare nuove parole che mi aiutino a comprendere. L’orfanotrofio è un luogo immerso nella pace, un campo d’amore talmente grande da permettere una trasmutazione “alchemica” nell’anima di ogni ragazzo. Probabilmente, all’inizio, questo progetto non deve essere stato facile, probabilmente deve esser stato necessario un duro e metodico lavoro per separare tutto ciò che è scoria, pesantezza e zavorra, al fine di cambiare una forma in un’altra e ottenere così un’anima rigenerata carica di dignità, che opera nella fratellanza e che fratellanza insegna. Oggi, in questo luogo, la trasmutazione è rapida poiché Casa do Gaiato è un polmone d’amore attraversato da un’energia costante, una pace indiscutibile e capace di generare coesione tra sorrisi facili nel nascere. Mi chiedo se gli esseri umani si rendono conto di cosa mantiene l’equilibrio nel mondo. Nella mia opinione c’è la certezza che sono i bambini ad armonizzare l’energia del pianeta: un piccolo esercito senza macchia, sempre pronto a ripartire, sempre carico di bene, sprovvisto di paura e pieno di coraggio”.

Nell’idea di Perla c’è la convinzione che i polmoni d’amore, dove i miracoli si realizzano, sono importanti luoghi da preservare. Soprattutto quando nel mondo le cose si mettono male e l’energia deve essere nuovamente bilanciata. “Qualche giorno dopo il mio arrivo – prosegue – ho scambiato alcune parole con Madre Quiteria, la direttrice della struttura, che mi ha spiegato le tante realtà dell’orfanotrofio. Sono venuta a sapere che un ragazzo dovrà recarsi in Portogallo perché ha un polmone malato che deve essere rimosso. Quiteria mi ha chiesto se il ragazzo che ha l’epilessia può partecipare ai corsi di nuoto, mi ha parlato delle ustioni sulle gambe di due fratelli gemelli, poi mi ha domandato se i 47 bambini affetti da una malattia cronica possono partecipare ai corsi. Alcuni di loro in questo momento hanno una forte dermatite. Lei vorrebbe dire altre cose ma io le chiedo di fermarsi per un attimo, le chiedo di darmi tempo perché ho bisogno di respirare mentre ascolto me stessa. Qui, ogni giorno, ci sono 160 colazioni, 160 pranzi e 160 cene da preparare per i bambini, i vestiti di tutti da lavare, le stanze da pulire, le cose da rammendare, il materiale della scuola da comprare, le medicine da distribuire, i campi da coltivare in una lista di cose da fare che se volessi continuare sarebbe infinita”.

Per questo Perla ha lanciato la raccolta fondi “Casa do Gaiato” sul conto intestato ad AfricaOn Onlus (causale: “Aiuto alimentare per i bambini di casa do Gaiato in Mozambico“, Banca Passadore & C., Iban: IT 10 L 03332 01400 000000943300, Swift: PASBITGG) per chiunque avesse desiderio di fare una donazione (info su www.africaon.it). Una storia che ricorda quella del ricco medico tedesco (Premio Nobel) Albert Schweitzer, che lasciò tutto per aprire un ospedale in Gabon. “Qualsiasi somma è ben accetta, certe volte basta poco per regalare un sorriso“.