Nicolai: "Pronto a candidarmi, ma con un fronte unito"

L’ex sindaco è corteggiato dalle forze di centrosinistra. E bacchetta il Pd: "Sbagliato aver tirato fuori subito il nome della Dinelli"

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di Daniele Masseglia

"Pronto a candidarmi? Tutto è possibile, ma a patto che ci sia un fronte ampio e unito anziché diviso come sto vedendo ora". Sindaco dal 1993 al 2000, l’ultimo del centrosinistra prima dell’era Mallegni, e prossimo tra pochi giorni a spegnere 70 candeline, Manrico Nicolai da tempo fluttua nell’immaginario di chi lo vorrebbe di nuovo al timone della città. Un nome, il suo, che salta fuori ciclicamente, specie ora che il Pd è in subbuglio dopo le dimissioni di otto membri della segreteria e per la non unanime condivisione sull’eventuale candidatura di Claudia Dinelli.

Nicolai, che sta succedendo?

"Premesso che non sono più iscritto ad alcun partito, mi spiace per il Pd, di cui sono stato uno dei fondatori. Dovrebbe essere un pilastro intorno a cui ruota tutta la coalizione. Le dimissioni? Forse sono figlie di un certo nervosismo. Credo sia stato un errore tirar fuori un nome, a prescindere che sia la Dinelli o un’altra persona qualsiasi. L’effetto è stato negativo perché ha creato divisioni".

Da almeno un anno e mezzo il suo nome è tornato in auge: sarebbe pronto a ricandidarsi?

"Sarei pronto, ma solo se c’è un fronte ampio e unito. Per vincere c’è bisogno di un grande schieramento che vada dal centro a sinistra, e condivida temi ben precisi. Non importa che sia scelta proprio la mia persona, anche se credo di avere un vantaggio".

Quale sarebbe?

"Non ho smanie di carriera e non ho interessi particolari. Quel che dovevo fare l’ho fatto, da sindaco così come da presidente del Festival Pucciniano, mi pare anche con buoni risultati. Tornerei in campo perché mi piacerebbe riprendere in mano alcuni progetti".

Ce ne dica un paio.

"Una città più a portata di pedoni e bici. E poi la cultura, quella che si lega con la lavorazione del marmo. Gli artisti si innamoravano di Pietrasanta perché qui trovavano laboratori e manodopera, restando ancorati alla città. La mostra con gli Uffizi è una chicca, molto intelligente, mentre le giraffe non c’entravano nulla con la città".

Il centrodestra è favorito?

"Sembra diviso, forse con un terzo candidato le truppe rientrerebbero, ma lo vedo poco probabile. Tra Simoni e Giovannetti, comunque, è più forte l’attuale sindaco".

Mancano pochi mesi.

"Il tempo stringe: prima va sceglie la persona e poi si fa il programma. La divisione in partenza sul nome è sbagliata, la scelta sul candidato va ponderata a tavolino, per lo meno per giocarcela alla pari. Ci vuole pazienza ma non si perda altro tempo".