L’ospedale da campo della Buffalo trasformato nel tempio del calcio

Dai fasti alla chiusura: la storia dell’impianto nato nel 1949 all’indomani della Seconda Guerra Mondiale

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Dal Piazzone allo stadio dei Pini che verrà, una strada temporale lunga oltre un secolo. Sì, perché il pallone ha cominciato a rotolare ufficialmente nel centro città in città nella prima decade del ‘900, per poi passare all’attuale piazza Mazzini, quindi nell’area di villa Rigutti (attorno a via Leonardo da Vinci), infine al di là del molo, con il “Polisportivo del Littorio” (l’area dove ora c’è il cantiere Picchiotti), dove oltre alle partite di calcio, si disputavano anche gare di ciclismo e atletica leggera, saggi ginnici e addirittura venivano ospitate opere liriche: infatti se parlate con qualche anziano vicino alla candelina numero 100, si ricorderà del passaggio degli elefanti in Darsena per la rappresentazione dell’Aida.

E’ nell’estate 1942-43 - dopo che il Polisportivo è stato chiuso per fare spazio ad una nuova darsena per sostenere l’attività dei cantieri navali - che i giovani cominciano a giocare partite ufficiali dei tornei regionali del rinato Viareggio in mezzo ai pini della pineta di Levante. Rispetto a dove è ora lo stadio (chiuso) dei Pini, più spostato verso il collegio Colombo. Ma la guerra incombe e il piccolo campo ha vita breve perché diventa l’accampamento e l’ospedale da campo della divisione Buffalo che sta risalendo la penisola per cacciare in tedeschi,dal suolo italiano. Scompaiono anche le piccole tribune in legno: diventano un falò per riscaldare i soldati nelle lunghe notti invernali. Passa il fronte, c’è la Liberazione e il “nuovo” Viareggio nella stagione 1945-46 (con un campione del mondo prima in campo e poi in panchina, Aldo Olivieri) gioca nel neonato-rimesso in sesto campo dei Pini, dove con la voglia di ripartire che ammanta non solo gli sportivi, tutti contribuiscono a renderlo gradevole e agibile. La Federazione chiude un occhio su certi aspetti (la distanza del campo dalle tribune). Ma si riparte. E in men che si dica il Viareggio gioca nell’antenato dello stadio dei Pini due campionati di serie B. Non solo: sboccia anche la Coppa Carnevale del Cgc Viareggio, prima come torneo dei bar locali (1948) e poi come manifestazione internazionale (l’anno dopo). Il campo dei Pini diventa così il contenitore della crescente passione per il calcio dei viareggini: a metà degli anni ‘50 il Comune - non senza polemiche dell’opposizione - decide che è scoccata l’ora di trasformare il campo in uno stadio in muratura: la spesa prevista è di 103 milioni. E’ il 18 luglio 1959, quando viene inaugurata la nuova struttura, una sciccheria green perché incastonato fra i pini, con un terreno da gioco all’avanguardia per concezione e manutenzione. Lo stadio diventerà piccolo per ospitare le finali-boom del torneo di Viareggio degli anni ‘60 e ‘70 e i derby con la Lucchese, ma rimane costantemente all’avanguardia nazionale non solo per il calcio ma anche per l’atletica leggera: la prima rivoluzionaria pista in tartan viene infatti costruita allo stadio dei Pini. primo passo per inaugurare la stagione dei grandi meeting e degli incontri internazionali.

Il tempo passa, la carta di identità dello stadio comincia a spiegazzarsi e emergono problemi per la capienza visto che nel frattempo sono state introdotte nuove norme di sicurezza per gli impianti: così gli acciacchi diventano evidenti e in un paio di occasioni sia il Viareggio che il torneo di calcio sono costretti ad emigrare. Ma il peggio arriva nel 2018 quando lo stadio dei Pini - dato in concessione al Viareggio 2014 fino al 30 giugno 2018 - viene chiuso e non più riaperto per la mancanza di agibiiità in quanto non sono stati effettuati la serie di lavori richiesti dalla commissione comunale di vigilanza. Si cerca una soluzione-tampone nell’inverno 2019, a due mesi dall’inizio del torneo (il Viareggio calcio già giocava da emigrante sui campi di mezza Toscana), ma i lavori non superano lo stress-test della commissione. Morale: porte chiuse. Il Comune comincia a pensare a qualcosa di nuovo, tanto che settembre 2020 viene abbattuta la gradinata scoperta.

Poi comincia il valzer del progetti di ristrutturazione: gli ultimi mesi sono frenetici ma decisivi. Forse è davvero la volta buona. Resta il fatto che l’ultima partita ufficiale allo stadio dei Pini è stata disputata domenica 29 aprile 2018 con il Seravezza Pozzi corsaro 665 sui bianconeri con i gol di Rodriguez e Bortoletti. 29 aprile 2018: per non dimenticare.

Giovanni Lorenzini