Lebigre stroncato da una malattia: addio a un genio della cartapesta

Aveva 63 anni. Con lui fu rivoluzionato il modo di fare il Carnevale

Lebigre

Lebigre

Viareggio, 1 luglio 2016 - «SOGNATE, noi faremo il resto». Era la sua promessa. E con Gilbert Lebigre abbiamo sognato, sogni di cartapesta. Così potenti e così fragili, proprio come la vita. Quella di Gilbert ieri è volata via, come un coriandolo, nel Paradiso degli artisti. Uomo di cultura internazionale, cittadino del mondo, Gilbert Lebigre ha lasciato una traccia indelebile nella storia del Carnevale di Viareggio. Si è arreso a una malattia che non gli ha dato scampo e che gli ha negato la gioia che suo figlio maggiore Sebastian stava per regalargli: quella di diventare nonno.

Avrebbe compiuto 63 anni il prossimo 22 agosto, gran parte dei quali trascorsi con il pennello in mano, ai vecchi hangar del Marco Polo e poi in quelli della Cittadella. Era stato accolto all’inizio con molta diffidenza dai suoi colleghi e con scetticismo da tanti viareggini. «Ma cosa vogliono questi francesi?», si sentiva spesso ripetere. Ma poi, poco alla volta, lui insieme a sua moglie Corinne Roger – con cui ha stretto un connubio familiare e professionale meraviglioso – ha saputo vincere l’iniziale resistenza.

«In Francia mi sento italiano e in Italia mi sento francese», amava dire di se stesso, lui che portava un nome transalpino pur essendo nato a Firenze da madre fiorentina e padre parigino. Due grandi e nobili città che hanno trasmesso a Gilbert il piacere dell’arte.

Si era avvicinato al Carnevale in punta di piedi partendo dalle mascherate. Ha fatto una lunga gavetta e ha finito con il rivoluzionare la manifestazione, non soltanto il modo di realizzare il carro. La sua modellatura, scivolata, le sue figure lunghe ed esili sono state fin dall’inizio il suo inconfondibile marchio di fabbrica. Di promozione in promozione giunse a fare i carri grandi nel 1986 e due anni dopo vinse il suo primo premio con «Madonna Ciccone, un successo da leone». Tanti complimenti, ma anche tante invidie. Che lo ferirono e lo indussero ad allontanarsi da Viareggio. Ma il richiamo della cartapesta si fece sentire 15 anni dopo. Quando torna nel 2004 capovolge la prospettiva della manifestazione: le coreografie diventano parti integranti della costruzione, la arricchiscono, la nobilitano. «Scusate se ci divertiamo», realizzata insieme ad Arnado Galli, vinse il primo premio e delineò un solco netto fra un prima e un dopo: il Carnevale di Viareggio non è stato più lo stesso e tutti gli altri carristi hanno poi percorso la strada che lui e Corinne avevano tracciato. Lebigre ha continuato a sfornare altri carri straordinari (e un altro primo premio con Santo subito) insieme a tutta la sua famiglia: la moglie Corinne e i figli Sebastian, Elodie e Benjamin cui in questo momento va il nostro pensiero e il nostro più affettuoso e caloroso abbraccio.

Paolo Di Grazia

Martina Del Chicca