"Le nostre discoteche sono state cancellate"

Cerri: "Il Governo deve darci certezze sulle riaperture. Dopo un anno di fermo, la manutenzione per ripartire sarà costosissima"

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Chiusi da 14 mesi. Nessuna attività economica è stata sprangata dal Covid come i locali da ballo. I più "fortunati", quelli con spazi all’aperto, hanno potuto fare 90 giorni di stagione la scorsa estate. Però affitti, quote fisse delle bollette, e soprattutto tasse hanno corso senza sosta. E 200 famiglie che traevano il reddito dal settore spettacolo, ma non rientrano tra i dipendenti diretti delle discoteche, da un anno sono senza stipendio e nemmeno ristori. Ce n’è abbastanza perché i discotecari della Versilia partecipino in massa alla manifestazione che la Fipe Confcommercio organizza per il 13 a Roma.

Il Silb, sindacato dei locali da ballo aderente alla Federazione pubblici esercizi, ci sarà col suo presidente versiliese Emiliano Cerri: "Di possibili riaperture non sappiamo nulla. Per questo andiamo a manifestare a Roma. Vogliamo sollecitare il governo a presentare una scaletta temporale di riapertura delle attività. Anche se sappiamo che, come è accaduto all’estero, si fanno i piani e poi tutto dipende da come vanno i contagi. Però devono darci assolutamente qualche prospettiva".

I problemi dei gestori non sono solo tasse, spese correnti, e mancati incassi. "Gli immobili destinati al pubblico – spiega Cerri – hanno bisogno di manutenzione. E più i locali stanno chiusi, più lunga e costosa è la manutenzione. Gli addetti di fronte alle incertezze sono al bivio. Conviene mettersi a spendere decine di migliaia di euro in lavori, se poi il Governo non ci fa riaprire? E se invece alla fine ci fanno riaprire, avremo abbastanza tempo per preparare i locali senza perdere la stagione? Il Governo deve assolutamente dire che intende fare delle discoteche e del pubblico spettacolo, in modo che i gestori abbiano tempo per organizzarsi".

E contro i rischi di diffusione del virus in ambienti affollati il presidente del Silb ribatte: "Abbiamo presentato al Ministero una nostra proposta di protocollo con prescrizioni per la riapertura delle discoteche. Vogliamo discuterlo col Comitato tecnico scientifico. Del resto il ministro Speranza ha detto che prevede la riapertura degli stadi a metà giugno. Faccia lo stesso anche per i locali del pubblico spettacolo, con un protocollo di adeguate prescrizioni".

Anche questo settore, infatti, è allo stremo: "I locali sono stati chiusi a fine febbraio 2020, e solo il 30% che aveva spazi all’aperto ha esercitato un mese e mezzo nella scorsa estate. L’altro 70% è chiuso da più di una anno. A parte i gestori, sono a zero reddito tante figure professionali che non sono dipendenti diretti delle aziende: musicisti, disc jockey, light jockey e addetti alla sicurezza finora non hanno avuto accesso a nessun tipo di ristoro. Sono 200 persone che in Versilia non hanno mai ricevuto alcun sostegno".

Beppe Nelli