La truffa sventata: "Sono il maresciallo.... È accaduto un incidente"

Tutto è iniziato con una telefonata: "Sua moglie ha investito una donna sulle strisce". La vittima è stata contattata da un finto carabiniere e poi da un avvocato fasullo.

La truffa sventata: "Sono il maresciallo.... È accaduto un incidente"

La truffa sventata: "Sono il maresciallo.... È accaduto un incidente"

"Pronto, sono il maresciallo dei Carabienieri. Parlo col signor...? Sua moglie ha combinato un disastro". È passata l’ora di pranzo quando squilla il telefono fisso di una casa viareggina. Ed è l’inizio di una truffa subdola quanto studiata; ma che alla fine, per fortuna, verrà sventata.

A rispondere è un nonno, che d’un tratto viene catapultato in un incubo. Perché dall’altro capo della cornetta quel finto maresciallo lo travolge con una storia drammatica. Quanto credibile. "Sua moglie – racconta – ha investito una donna che stava attraversando la strada sulle strisce. C’era anche la bimba in auto con lei. Abbiamo provato a chiamare sua figlia, ma non risponde". Parla di ospedale, di ferite gravi, di disastro. Ma soprattutto parla veloce. E tutto, tragicamente, fila. Perché sua moglie non è in casa, a quell’ora di solito esce per andare a prendere la nipotina all’asilo. La sua macchina, poi, non è parcheggiata al solito posto. La figlia, invece, potrebbe essere a lavoro, e per questo non rispondere. Allora l’uomo implora quello che pensa sia un carabiniere: "Mi faccia almeno parlare con mia moglie...". Ma gli viene negato: "Sua moglie è in stato di fermo" risponde il maresciallo fasullo, che incalza: "Abbiamo già a nominato per lei un avvocato d’ufficio, e sarà contattato al più presto". Presto in realtà è subito, e mentre l’uomo è ancora al telefono col carabiniere suona anche il cellulare: "Sono l’avvocato". Entrambi gli apparecchi sono occupati, così la vittima non avrà più modo di rintracciare nessuno.

L’avvocato ricapitola “il disastro“, insiste sulla gravità dell’incidente e lancia l’amo: "Per fermare la querela di parte servono dei soldi". "Almeno 5mila euro". La vittima non vuol sentir parlare di soldi, vorrebbe solo informazioni più precise. E comunque tutti quei contanti in casa non li ha. "Vanno bene anche dei gioielli, li terremo a garanzia nella cassetta di sicurezza del Comando. Guardi che la situazione è grave" insiste il legale. Annunciando che avrebbe mandato lì, a casa dell’uomo, un’assistente a ritirare il dovuto. Neppur il tempo di finire la frase che suona il campanello: "Sono l’assistente dell’avvocato". Ed è in quel momento che la vittima, stordita dalla preoccupazione, ritrova la lucidità. Quindi aggancia col finto avvocato e chiama la figlia, che risponde. Gli racconta tutto: dell’incidente, della moglie in stato di fermo, della donna travolta, e anche della bimba in ospedale. Ma la figlia lo ferma: "Papà, la bimba è con me". La storia non quadra più, e mentre l’assistente legale è già sulla rampa delle scale la trama si sfilaccia. "È una truffa" grida l’uomo. La donna scappa, al telefono non c’è più nessuno. Stavolta è andata bene, ma non sempre va così.

Martina Del Chicca