
"La neuropsichiatra è in pensione E i nostri figli sono abbandonati"
VIAREGGIO
"Mio figlio, di soli 5 anni, da due mesi e mezzo è lasciato a se stessa senza l’assistenza di cui ha bisogno vista la patologia di cui soffre". Quello di papà Andrea (il nome è di fantasia per tutelare la privacy del figlio) è un grido di dolore ma anche di rabbia. Un grido che, con grande dignità, lancia attraverso le pagine de La Nazione. Si è presentato direttamente in redazione per raccontare l’odissea che la sua famiglia (e non solo) stanno vivendo dallo scorso mese di dicembre quando è andata in pensione la dottoressa Donata Maria Spina dell’unità di neuropsichiatria dell’ospedale Versilia. "Nonostante la dottoressa avesse avvisato l’azienda - racconta Andrea – con un anno di anticipo che dal 1 dicembre sarebbe andata in quiescenza nessuno ha pensato a sostituirla per tempo". Il risultato? è drammatico. Dal primo dicembre i ragazzini con patologie neuropsichiatriche gravi, a cominciare da quelli a cui è stato diagnosticato lo spettro autistico, e che hanno necessità di essere costantemente seguiti nell’elaborazione di percorsi di psicomotricità, logopedia e assistenza mirata, stanno subendo uno stop forzato delle loro terapie. "Quando ho chiesto spiegazioni – racconta ancora Andrea – mi è stato detto che siamo nei tempi e che uno stop funzionale può anche essere di quattro mesi. Ma mio figlio ha sempre avuto venti cicli continuativi di logopedia e, immediatamente dopo, altrettanti di psicomotricità. Ma ora è lasciato solo". Quando sarà sostituita la dottoressa Spina? Perché non è stato bandito per tempo il concorso per un nuovo dirigente medico di neuropsichiatria infantile? E perché in tale vacanza non c’è comunque un altro neuropsichiatra che può seguire questi ragazzi e le loro famiglie? Sono i tanti interrogativi che sollecita Andrea. E con lui, molti altri genitori, che magari preoccupati per le condizioni dei loro figli non hanno avuto la forza di rendere pubblica la situazione che si trovano a gestire. E di cui sono sono vittime incolpevoli in questi mesi dei bambini. Anche perché questo stop forzato si riverbera anche sui percorsi educativi che questi ragazzi comunque fanno. "La dottoressa Spina - conclude Andrea - faceva incontri periodici in team con gli specialisti della neuro riabilitazione ma anche con le insegnanti di sostegno. In modo che tutti fossero allineati sugli obiettivi terapeutici". Interrogativi ai quali, sicuramente, la direttrice generale dell’Asl Nord Ovest Letizia Casani saprà rispondere quanto prima.