‘La maschera ride’ fa piangere i tradizionalisti

Barghetti: "Sarebbe stato meglio fare una ‘We are the world’ coinvolgendo i musicisti locali". Biagini: "Canzone avulsa dalla nostra realtà"

Migration

La Toscana è terra di campanili e a Viareggio, che non fa eccezione le battaglie di identità territoriale sono sempre state particolarmente sentite. Tanto più ora con una trasferta sulle Mura di Lucca e con una canzone ufficiale per i 150 anni che è nata in Romagna nella patria del liscio. E se ‘La maschera ride’ nella canzone degli Extraliscio, quasi piangono i puristi della tradizione popolare, i carnevalari più o meno convinti e naturalmente i musicisti in salsa salmastrosa.

Decisamente deluso è Lorenzo Biagini, autore fra i più attivi nell’ambito della canzone carnevalesca e per molti anni frontman dei Masnada. “Non riesco a capire l’indirizzo scelto dalla Fondazione Carnevale - spiega -. Sono pure favorevole al fatto che la tradizione musicale si espanda oltre i nostri confini, ma non possiamo nemmeno disconoscerla così: quello che percepisco è un qualcosa di assolutamente avulso, senza senso”. Adriano Barghetti è uno degli chansonnier più amati: “Non ho ancora ascoltato la canzone in questione e forse nemmeno la ascolterò perché, bella o brutta che possa essere, voglio concentrarmi su un altro aspetto. È possibile che la Fondazione Carnevale non ritenga gli autori viareggini in grado di fare qualcosa di altrettanto bello? Perché si mortifica la creatività viareggina? Il lavoro commissionato a dei professionisti, sicuramente bravi e famosi, sarà stato pagato ed allora non era meglio dare lavoro agli autori cittadini? Personalmente vista la ricorrenza storica, avrei fatto una sorta di ‘We are the world” ad hoc con tutti gli autori locali”.

C’è però anche chi non valuta così negativamente la decisione della Fondazione. È il caso di Alessandro Casini, altro apprezzato autore. “Pacifico - argomenta - è un grande autore e leggendo il testo del brano ci trovo anche un qualcosa di profondo e non banale. Penso anche che il team di lavoro avrà dovuto studiare il Carnevale di Viareggio per buttare giù la canzone; canzone che in alcuni tratti è simile ad altre di scuola latina, ma ci hanno provato ed è pure fatta bene”. Insomma, come diceva Oscar Wilde, non importa che se ne parli bene o male... l’importante è che se ne parli".

Sergio Iacopetti