BEPPE
Cronaca

La leggerezza della pietra di Fernando

Nelli

Botero però, come e più di tanti altri, a Pietrasanta si era naturalizzato. E non solo per la frequentazione di fonderie e laboratori di scultura. Negli anni ’90 era un assiduo frequentatore della night life del centro storico, senza gli schiamazzi dell’oggi, ma con già un’enorme fioritura di locali e ristoranti. Bazzicava molto l’Osteria Marcucci e un originale bistrot che purtroppo non esiste più, "Nonsolovino". Dicono che il suo vino preferito fosse il Grattamacco di Bolgheri.

È una piccola annotazione per descrivere un artista con una grande cifra di umanità. La stessa che mise nell’affrescare le Porte del Paradiso e dell’Inferno alla Misericordia di Pietrasanta, un regalo alla città e alla confraternita quando la richiesta internazionale delle sue opere, e le loro quotazioni, erano già stratosferiche. Certo, alla città donò anche la statua del Guerriero, ma le Porte sono un segno tracciato col cuore. Nota particolare, nell’Inferno dipinse anche volti molto riconoscibili. Per esempio Hitler, Paolo Escobar, e se stesso.

Pietrasanta, indipendentemente dal colore delle amministrazioni, ha saputo gestire benissimo questo marketing territoriale procurato dai laboratori. E’ diventata la Piccola Atene, costellata di installazioni permanenti. S’è data un marchio unico nel mondo, e con l’ex sindaco Manrico Nicolai divenuto presidente della Fondazione Puccini, ha "prestato" gli artisti alla lirica della grande stagione "Scolpire l’opera".

In quegli anni in cui Botero, Mitoraj, Cascella & Friends rendevano grandi Pietrasanta e ancor più strabilianti le opere di Puccini, a Viareggio i politici disseminavano in città (salvo un paio di fortunate eccezioni) sculture, o creazioni, di scarso gusto estetico e poco apprezzato pregio artistico. Da qualche tempo la musica è cambiata. Complici i mega yacht, in Passeggiata c’è la Galleria Contini, e si sono susseguite le esposizioni a cielo aperto di tanti veri artisti contemporanei. Belle visioni per gli occhi, la mente e l’anima dei viareggini e dei forestieri. Speriamo che questo ciclo continui all’infinito: l’artista muore, l’arte è eterna.