L’acqua si infiltra dal tetto Chiusa la storica sinagoga

La comunità ebraica ha aperto una sottoscrizione per finanziare i lavori nel luogo di culto e di testimonianza storica al 30 di via degli Oleandri

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Al civico 30 di via degli Oleandri, in fondo ad una stradina senza uscita e senza traffico, si trova la Sinagoga di Viareggio. Si confonde per l’architettura tra le altre case che le stanno attorno, ma si distingue per stella di David che ne benedice l’ingresso. "Fu inaugurata nel 1955, realizzata in particolare grazie al contributo di Isola Cassuto Procaccia, una splendida signora arrivata in città da Livorno, che la fece edificare vicino alla sua casa. Rimasta vedova, e senza figli, decise di donarla alla comunità" racconta Federico Prosperi, segretario della Comunità Ebraica di Pisa e di Viareggio.

I materiali per la costruzione, in gran parte marmo di Carrara, vennero donati; così come l’argenteria e gli ornamenti. Mentre gli arredi, di seconda mano, arrivarono anche quelli da un piccola sinagoga di Livorno.

Questo luogo di culto, e di testimonianza con il suo piccolo museo ricavato in un’ala appena varcata la porta, adesso è minacciato da un’infiltrazione d’acqua. Per questo è chiuso per le celebrazioni e anche alle visite. L’umidità si allarga sul muro orientale, proprio sul cuore del tempio, sopra l’Arca Santa dove viene custodito il Sefer Torah, il rotolo del Pentateuco scritto a mano su pergamena. "Questi libri sacri – racconta Paolo Molco, vicepresidente della comunità ebraica – accompagnano la comunità viareggina da sempre. Da quando a cavallo tra la fine dell’800 e la fine del ’900 le prime famiglie si trasferirono in città, in buona parte da Livorno. E come a Livorno, favorita dal porto, dallo sviluppo balneare, la comunità si integrò nelle vita sociale grazie al commercio. Negli anni ’30 venne così deciso di prendere in affitto una casa in via Fratti, e lì nacque la prima sinagoga. "Che divenne ben presto troppo piccola, nel 1938 a Viareggio c’erano 52 famiglie ebree". E quando la comunità decise di cercare un luogo più grande per la sua sinagoga, piombò l’orrore delle leggi razziali. E proprio in via Fratti, nel 1939, venne istituita una classe dove i bambini cacciati da ogni altra scuola, perché ebrei, potevano continuare gli studi elementari. Funzionò per 4 anni e nella sua precaria esistenza fu motivo di orgoglio e di speranza. L’8 settembre 1943 con l’occupazione nazista cominciarono arresti e deportazioni. La scuola chiuse, le famiglie si rifugiarono sulle montagne, e la maestra di quella classe, Gabriella De Cori, fu deportata ad Auschwitz con lo stesso convoglio di Primo Levi.

Il ritorno alla vita dopo la Liberazione fu complesso, il tempo non ha mai rimarginato la ferita che resta nella storia. Ma sulle macerie è partita la ricostruzione. E per la comunità ebraica di Viareggio proprio dal civico 30 di via degli Oleandri. "Oggi la comunità si è ridotta, e non ha abbastanza fondi per recuperare la sinagoga – spiega Molco –. Per questo abbiamo chiesto un supporto al Comune e abbiamo aperto una sottoscrizione". E si può contribuire con un bonifico alla Comunità ebraica di Pisa, Banco Popolare di Pisa. Iban ITM050341401100000038915. Causale: donazione sinagoga di Viareggio.

Martina Del Chicca