
Il ritorno dei vecchi amori del Pd La tessera agli ex di Bonaceto Ma il gruppo di Betti è alla finestra
di Martina Del Chicca
Certi amori non finiscono... Quelli litigarelli del Pd viareggino fanno giri immensi e, complice anche la primavera della nuova stagione Schlein, a volte ritornano. O comunque ci pensano. Come iscritta ad Articolo Uno, formazione che partecipa alla nuova costituente democratica, torna in via Regia Tenna Liberatore, con una lunga militanza politica iniziata nel 1995 coi Ds e che dal partito era uscita nel 2020 dopo il ribaltone Bonaceto-Del Ghingaro. "Il commissariamento – dice Liberatore – e l’annullamento di una candidatura votata legittimamente dell’assemblea per dare l’appoggio ad un altro candidato fu un colpo di stato. Comunque – prosegue –, nonostante la delusione per questa triste storia, mi iscrivo di nuovo nel Pd con grande entusiasmo. Conosco e stimo il neo segretario regionale, Emiliano Fossi; e lui conosce molto bene Viareggio visto che sua nonna, una Bertuccelli, è viareggina. Gli stimoli ci sono, e con la neo segretaria Schlein anche le prospettive per un vero rinnovamento. E la politica – aggiunge – è un’abitudine che non si perde".
Pur di ottenere la tessera che via Regia gli negava, l’ex sindaco Leonardo Betti, "l’unico sindaco della storia del Pd", fece vano ricorso in tribunale. Ma adesso che la campagna di tesseramento 2023 ha riaperto la porta (per ora la tessera si può richiedere solo on-line) lui non bussa per rientrare. "Umanamente – spiega – questa storia mi ha deluso. Quindi per il momento mi dedico alla mia professione di avvocato e all’impegno come presidente della Uisp. Ma ovviamente seguo questa nuova spinta, e se le idee dovessero concretizzarsi perché no. Potrei anche chiedere la tessera. Ma, ecco, non è una cosa a cui adesso sto pensando".
Anche l’ex vicesindaco Gianmarco Romanini, pur coltivando l’idea di rientrare nel Pd e pur avendo partecipato alle primarie, ora non ha fretta. "La mia professione di avvocato richiede oggi un forte, forte impegno. Ritengo però – aggiunge Romanini – che il Pd viareggino debba riacquistare quell’autorevolezza che in città non ha da diverso tempo. E soprattutto è evidente che manca un collante tra il Pd e la città, d’altronde basta vedere il numero degli iscritti (circa 130 ndr). Non ci si può rivolgere ai viareggini soltanto per le elezioni. Mi fa piacere, questo sì, vedere che alcuni giovani si sono riavvicinati a via Regia".
Se il vento di rinnovamento che ha scompigliato i vertici democratici dovesse arrivare anche alla base l’ex segretario dem Glauco Dal Pino è pronto a rinnovare quella tessera che l’anno scorso, dopo essersi ritrovato nelle lista dell’assemblea territoriale a sua insaputa, non ha richiesto. "Il congresso fondativo del nuovo Pd deve partire anche dalle fondamenta. Altrimenti i circoli restano espressione di un’era trapassata, che non esiste più. Confesso – aggiunge ancora Dal Pino – che è stato bello ritrovare tanti amici e compagni in fila per votare alla primarie, persone con cui ho condiviso la mia esperienza come segretario, quando il Pd a Viareggio aveva 300 iscritti. Significa che c’è voglia di ritrovare un’identità di sinistra. Una politica che intende il riformismo come un mezzo, per arrivare ad una società più giusta ed equa, e non come un fine. Perché magari certe scelte nell’immediato possono portarti al governo, ma alla lunga ti fanno perdere la fiducia del tuo elettorato. Quello che in fondo – aggiunge Dal Pino – è successo a Viareggio: appoggiando Del Ghingaro il Pd ha preso solo il 9% dei voti. E poi abbiamo visto com’è finita: l’intesa è durata come un gatto sull’Aurelia. Noi, che un po’ di esperienza politica l’abbiamo fatta, provammo in tutti i modi, a tutti i livelli, a dire che quella non era la scelta giusta. Ma invece di risponderci sul piano politico, commissariarono il partito. Spero – conclude – che chi ha commesso errori clamorosi ne prenda considerazione".
Ha partecipato attivamente al comitato “Parte da noi“, in sostegno alla mozione Schlein, Elena Tozzi. Ma per il momento non ha alcune intenzione di tornare nel Pd. "Adesso ci vuole un rinnovamento vero, oltre le intenzioni sulla carta. E spero che questo possa restituirmi un po’ di fiducia. Perché la delusione umana che ho provato quando siamo stati cacciati dal partito per aver chiesto il rispetto del volere dell’assemblea democratica è stato enorme. E per me – conclude Tozzi – è difficile tornare a confrontarmi con chi non ci ha mai detto “è vero, abbiamo sbagliato“".