Il mistero della donna trovata carbonizzata nella sua Fiat 500 sul vialone di Levante Si pensò a un delitto di mafia invece era suicidio

Esattamente quattro mesi dopo l’uccisione di Luca Moriconi un altro giallo scuote la Versilia. L’8 maggio 1992 il corpo di una persona carbonizzata viene trovato all’interno di un’auto divorata dalle fiamme. La Fiat 500 distrutta è sul vialone di Levante, tra Viareggio e Torre del Lago. La polizia inizialmente parla di un delitto di mafia, retaggio di quella guerra tra banda che aveva mietuto vittime tra Spezia e Viareggio. In realtà in poco dopo si scoprì che l’auto era di una ragazza che lavorava come cameriera in un ristorante a Lido di Camaiore. Come sottolinea Giovanni Lorenzini in “Versilia noire” condivideva con amici la passione per l’esoterismo e il fuoco. Aveva un carattere fragile e decise di farla finita uccidendosi come i bonzi dopo essersi cosparsa il corpo di benzina. La forza di volontà fu più forte dell’istinto di conservazione. Si indagò, invano, per capire se ci fosse stata istigazione al suicidio da parte di qualcuno.

E.Sa.