Indennità irrisorie per una tornata elettorale articolata e con prescrizioni Covid. Un gruppo di presidenti di seggio ha scritto al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri (oltre che al sindaco) per anticipare il rischio che scrutatori e presidenti si trovino costretti a rifiutare l’incarico. "In comuni come Viareggio – dicono Eugenio Biancalana, Emilio Colombo, Franco Falcini, Giuliano Giacomo Graziu, Livia Landucci, Fabio Pison, Rubina Vannucci, Andrea Manfredi, Andrea Ancillotti, Federica Tomei – oltre al referendum costituzionale, ci saranno le elezioni regionali e comunali, con distribuzione della presenza al seggio nelle giornate da sabato 19 a martedì 22 settembre. Il personale dei seggi dovrà combinare le normali operazioni elettorali con le misure anti-Covid: disinfezione di cabine, matite copiative e altri oggetti; obbligo di mascherina; garanzia di disponibilità di gel disinfettante; controllo del distanziamento. I seggi saranno aperti per 24 ore, cui si aggiungono le operazioni preliminari e gli scrutini, con le variabili del voto disgiunto, delle preferenze di genere, della compilazione dei verbali e della consegna delle schede. Se tutto va bene, si tratta di almeno 40 ore di lavoro. In questa specifica tornata, con tre elezioni, l’indennità è di 196 euro per i presidenti e 148 euro per segretari e scrutatori (rispettivamente, circa 5 euro e 3 euro e mezzo l’ora). Queste condizioni rischiano di costringere una buona parte a rifiutare l’incarico".
CronacaI presidenti di seggio scrivono a Mattarella: "Indennità irrisorie"