
Viareggio, la gattina buttata dalla finestra a scuola
Viareggio, 11 giugno 2019 - «Chi sa parli». Il corpo docente rivolge un appello a tutti gli studenti del Piaggia. Parlano alle singole coscienze i professori. Chiedono di sapere chi al termine delle lezioni, nell’ultimo giorno di scuola, invece di lanciare un gavettone abbia buttato una gatta dalla finestra. Con la stessa leggerezza. Giù del secondo, forse terzo piano dell’istituto superiore della Darsena.
E perché l’abbia fatto. Ammesso che possa davvero esserci una spiegazione. La dirigente scolastica Maria Rosa Mencacci, oltre ad aver sporto denuncia, ha già convocato i rappresentanti di istituto per far chiarezza sulla vicenda. «Insegnanti, dirigenza, collaboratori, segreteria, ragazzi e famiglie condannano senza appello questo gesto inqualificabile, incivile e violento. Per lo stesso motivo – scrive ancora la scuola – il consiglio d’istituto, a partire dalla componente dei rappresentanti eletti dagli studenti, chiede a ciascuno la massima collaborazione perché vengano alla luce informazioni certe, ed un’assunzione di responsabilità che permetta di risalire al o ai responsabili in maniera che siano sanzionati nella maniera più opportuna».
Un gesto «incivile e violento». Sono forti, senza sconti, le parole che ha scelto di usare il collegio dei docenti. Parole che però non vanificano la cura con cui, ormai da mesi, la stessa scuola ha accudito Alice. Così si chiama la gatta che dall’inizio di gennaio ha trovato nel cortile del Piaggia il suo «paese delle meraviglie». Una cuccia calda in cui ripararsi dal freddo. Una ciotolina di croccantini, un carezza su cui contare per non sentirsi sola. Ci sarà sempre posto per Alice in quel cortile, quando il veterinario che l’ha visitata deciderà di dimetterla. La sue condizioni, nonostante lo choc, sono stabili.
Un gesto inqualificabile, che ha sollevato l’indignazione comune. C’è chi, come punizione, propone per il o i responsabili un’estate di volontariato al gattile Asav. Ma quella non sarebbe affatto una pena, sarebbe piuttosto un privilegio. Godersi le fusa dei gatti di nessuno, tanto grati di aver trovato qualcuno su cui contare. Un posto magico, soffice, discreto come i suoi inquilini... che vale la pena imparare a conoscere.
Martina Del Chicca