Frana dentro Cava Fornace, un fiume di liquami invade l’Aurelia e il Lago di Porta. Zona a rischio inquinamento

All’alba di ieri un muro è crollato all’interno della discarica. Si attendono le analisi di Arpat. Sindaci infuriati. Giovannetti: "Fatto grave, è mancata la sicurezza". Lorenzetti: "Si chiuda tutto"

Pietrasanta (Lucca), 7 maggio 2024 – Il crollo del muro è avvenuto mentre gli abitanti del comprensorio stavano ancora dormendo. Dall’interno della discarica di Cava Fornace è sceso un fiume d’acqua, argilla e percolato che ha invaso il piazzale della discarica per poi scendere a valle e inondare l’Aurelia, la fossa Fiorentina e l’area naturale del Lago di Porta. A cedere, ieri intorno alle 6.30 nella zona sud-est della discarica al confine tra Pietrasanta e Montignoso, non è stata solo una parete all’interno del sito. Pure la pazienza dei sindaci e dei cittadini è franata tra mille imprecazioni visto che da tempo si alza forte la richiesta della chiusura e bonifica di Cava Fornace. Il copioso deflusso è stato poi arrestato in tempi celeri: in parte convogliato in fognatura nera grazie a Gaia, in parte in una vasca di prima pioggia della discarica e in parte grazie alle autobotti messe a disposizione da Gaia. Ma per capire gli effetti dell’incidente bisognerà attendere l’esito delle analisi di Arpat, che accerteranno se in quel torrente color marrone, che ha rallentato il traffico sulla statale, ci fossero sostanze nocive per l’ambiente e la salute umana. Tanto basta, comunque, per portare i comuni a battere i pugni un’altra volta.

I gestori, che sul versante pietrasantino hanno già raggiunto il limite consentito dei 43 metri di conferimenti (poi toccherà su quello montignosino), aspettano che la Regione si pronunci sulla richiesta di proseguire fino a 98 metri. Ma i sindaci, a partire da quello di Pietrasanta Alberto Giovannetti, sono convinti che l’attività di Cava Fornace debba finire qua. "Probabilmente – dice Giovannetti – la causa sono le ultime incessanti piogge. Ma questo disastro non doveva succedere perché quando parliamo di una discarica la sicurezza va sempre garantita. È un fatto gravissimo di cui sono responsabili i gestori. Non so se è stata cattiva progettazione, superficialità o sono stati sottovalutati i campanelli d’allarme: la sicurezza è mancata ed è ora prioritario ripristinarla. È una bomba da disinnescare, non possiamo ripartire come se non fosse successo niente. È la prova conclamata della fragilità dell’area: oggi più che mai pensare di alzare a 98 metri i conferimenti è fuori discussione. Anche l’ex inceneritore di Falascaia sembrava fosse l’impianto più sicuro al mondo, poi si è scoperto che venivano taroccati i dati delle emissioni".

Il Comune, intervenuto con i vigili del fuoco di Massa Carrara, le polizie municipali di Pietrasanta e Montignoso, carabinieri, Arpat, Gaia, Consorzio di bonifica e le Protezioni civili di Pietrasanta e Montignoso, ha poi aperto il Centro operativo comunale (Coc). "Quanto avvenuto – incalza il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti – mette in luce una preoccupante fragilità dell’impianto. Non sembra esserci un pericolo immediato dato che l’amianto, contenuto in apposite celle compatte, non è interessato dallo smottamento che ha coinvolto gli argini della discarica. L’ipotesi di acque piovane mescolate a terra non sembra rappresentare un pericolo evidente: attendiamo Arpat. A questo punto mi aspetto il diniego della Regione alla richiesta dei gestori di arrivare a 98 metri e ricordo che la chiusura da sola non è sufficiente: serve un piano di gestione post-mortem".

Da parte sua, infine, Arpat ha precisato che il crollo non ha coinvolto aree attrezzate della discarica né quelle in cui sono raccolti i materiali, incluso l’amianto: "I campioni prelevati dalle acque fuoriuscite sono stati inviati ai laboratori per le verifiche analitiche". Ieri sul posto c’era anche il vice presidente della provincia di Lucca Nicola Conti: "È una zona carsica che si presta a smottamenti. Ho avvisato l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni: spero sia la chiave di volta per far chiudere il sito una volta per tutte visto che l’iter autorizzatorio è ancora in corso". Programma Ambiente Apuane, gestore del sito, da ieri è impegnata in tutte le attività necessarie per la messa in sicurezza del sito.

Daniele Masseglia