Dalla fine della scorsa estate nessuno è più stato a cena al ristorante. Dopo un paio di mesi di Covid in frenata, montano le richieste politiche e imprenditoriali perché ai locali sia di nuovo consentito il servizio serale al tavolo. Così come avviene a pranzo, visto che il Coronavirus è sempre il solito, di giorno e di notte.
La questione preme anche alla Coldiretti, visto che la filiera agricola sta risentendo dei minori acquisti della ristorazione. Il presidente Andrea Elmi Covid afferma che "la cena vale l’80% del fatturato dei ristoranti, quindi devono essere aperti anche di sera, nelle zone gialle e man mano che va avanti la vaccinazione". Insieme a Filiera Italia la Coldiretti avanza la richiesta anche per pizzerie ed agriturismi aperti anche la sera per lo meno fino alle 22, orario del coprifuoco. "Le chiusure forzate – afferma Elmi – travolgono a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy. Sarebbe fondamentale consentire, esclusivamente ai ristoranti che si trovano nelle zone gialle e che dimostrano di rispettare i rigidi requisiti previsti l’apertura serale fino all’orario di inizio coprifuoco, anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottata. come il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei clienti ammessi. Tale possibilità limitata ai soli con servizio al tavolo coniugherebbe tutela della salute dei cittadini e ripresa dell’attività economica".
Sostegno alle riaperture serali arriva dal consigliere regionale di Fi Marco Stella: "Altrimenti a Firenze morirà il 20% delle attività". E Firenze ha un bacino di residenti di 600 mila persone: figuriamoci che accadrà in Versilia, dove i ristoranti devono contare sui forestieri. Per questo, annuncia l’onorevole Riccardo Zucconi, Fdi ha presentato in Senato un emendamento al decreto 14 gennaio per riaprire i ristoranti la sera fino alle 22 nelle zone gialle, e nelle zone arancioni tenerli aperti a pranzo.
R.V