Fallimento Perini, oggi terza (e decisiva) asta

Si parte da un prezzo base di 47 milioni di euro, previsti rilanci di almeno mezzo milione. Due gruppi imprenditoriali pronti a darsi battaglia

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Oggi è il grande giorno. Il giorno in cui si deciderà il futuro di un marchio storico della darsena Viareggio come quello di Perini Navi dichiarato fallito nello scorso gennaio. E’ il giorno in cui si deciderà il futuro di quella settantina di dipendenti diretti dei cantieri navali di Viareggio e La Spezia che da un anno e mezzo vivono in regime di Cassa Integrazione. Si deciderà il futuro anche per le centinaia di lavoratori delle ditte in appalto che gravitavano attorno al mondo Perini. E sarà infine un giorno importante per la città di Viareggio che non può permettersi il lusso di perdere un’azienda come la Perini.

Oggi alle 15 è fissata l’asta indetta dal curatore fallimentare Franco Della Santa. Oltre al curatore saranno presenti anche il notaio designato Lamberto Giusti e il giudice delegato Carmine Capozzi. L’asta si svolgerà all’interno della sede Perini in via Coppino 114. Dopo due aste andate deserte, questa finalmente è la volta buona. A contendersi l’ex colosso mondiale della nautica sono rimasti due gruppi industriali, entrambi con enormi esperienze nel settore della nautica. Il primo ad aver presentato un’offerta e aver depositato un bonifico da 8 milioni è Restart, la joint venture paritetica tra Ferretti Group e Sanlorenzo. Parteciperà all’asta come annunciato alla vigilia anche The Italian Sea Group che fa capo all’imprenditore Giovanni Costantino. Anche il Sea Group, ovviamente ha depositato nei termini richiesti dal bando il bonifico da 8 milioni imprescindibile per partecipare all’asta.

Asta che comincerà alle 15 partendo da un prezzo base di 47 milioni di euro. Tale prezzo deriva da 17 milioni circa del cantiere navale di Viareggio, 16 milioni di quello della Spezia, 1,5 milioni di un’imbarcazione in costruzione, quasi 10 milioni per il marchio Perini. In caso di gara il rilancio minimo sarà di 500 mila euro a botta, fino all’aggiudicazione finale.

Se oggi il cantiere Perini dovesse essere aggiudicato (ma considerando la cauzione da 8 milioni versata dalle aziende interessate sembra proprio che sarà così...) la cifra incassata dal curatore fallimentare si aggirerebbe sugli 80 milioni. Una cifra elevatissima frutto anche della vendita del cantiere Perini in Turchia valutato poco più di trenta milioni. Questa la dice lunga sull’appetibilità del cantiere, del prestigio del marchio e dello sbocco a mare che può garantire a chi compra il rilancio dell’attività. Salvaguardando nel contempo i posti di lavoro. Il bando di gara, infatti, così come è stato elaborato dal curatore fallimentare impone al compratore di acquisire tutti i lavoratori dipendenti (dirigenti, quadri, impiegati, operai e apprendisti) in forza a Perini Navi. Lavoratori che attendono il buon esito della gara e la presentazione del piano industriale da parte dell’azienda acquirente in modo da poter riprendere l’attività nel più breve tempo possibile.

Paolo Di Grazia