REDAZIONE VIAREGGIO

La generosità di Marco salverà una vita: dona il rene all'amico malato

La storia che arriva da Viareggio. Doppio intervento in sala operatoria

Sala operatoria

Viareggio, 26 giugno 2019 - La generosità sicuramente non ha declinazioni più profonde. Oggi Marco Falaschi, commercialista viareggino di 48 anni, donerà un rene per salvare la vita ad un ragazzo poco più che ventenne di Livorno. Non si tratta nè di suo figlio nè di un nipote o di un parente stretto.

E questo fa di lui una persona speciale, anche se ama definirsi «anti-eroe». La sua storia sollecita rispetto e commozione assieme, oltre a rappresentare una sorta di primato in termini di slancio solidaristico, dato che non emergono precedenti casi simili di donazioni in vita in Italia. Marco è figlio dell’ex primario di chirurgia Mario Falaschi e suo fratello Luca da sempre gestisce l’omonima sanitaria a Viareggio; solo negli ultimi anni si è trasferito a Livorno dove svolge l’attività di commercialista e coltiva quella passione sfrenata per le danze sportive e da sala.

E’ proprio nel gruppo di campioni del ballo che ha conosciuto il ventenne seguendone, da istruttore, i successi, e poi la difficoltà di sostenere le gare per quella sentenza senza appello: dialisi. Marco Falaschi non ci ha pensato due volte e per un anno si è sottoposto a tutti i test clinici – anche complessi e dolorosi – per verificare la compatibilità e la possibilità di effettuare la donazione, restituendo così speranza di vita a quel giovane talento da sala. Oggi si troveranno uniti, in quella sala operatoria di Cisanello, legando in modo inscindibile e altissimo due esistenze così diverse.

«Non trovo parole per l’elevatezza della sua scelta – evidenzia il fratello Luca, il primo a ufficializzare la storia tramite i social – abbasso la testa di fronte ad un gesto del genere e ammetto che non sarei mai riuscito nemmeno a pensarlo fossi stato al suo posto. Credo che donare volontariamente un organo, oltre a tutto quello che comporta prima, durante le quattro ore di intervento, e dopo, sia una delle cose più grandi che una persona possa compiere nel corso della propria vita. Sono orgoglioso di avere un fratello come lui e voglio urlarlo al mondo intero. Marco è sempre stato un generoso ma quando ci ha annunciato l’atto che avrebbe voluto compiere l’ho invitato a riflettere».

Lui non ha mai avuto dubbi o tentennamenti e, addirittura, mai si è lamentato quando ha dovuto ripetere gli esami clinici. «Per un anno ha continuato in silenzio questo percorso di preparazione all’intervento e tutti noi familiari abbiamo rispettato la sua riservatezza - aggiunge -. Adesso anche lui è d’accordo nel divulgare questo suo gesto, affinchè serva a sostenere una campagna di sensibilizzazione. Fa già notizia quando azioni del genere si compiono per i propri figli, ma mio fratello è protagonista di un gesto così unico che lui stesso auspica possa fare da apripista ad altri slanci di uguale e stroardinaria generosità. In questo modo – scherza Luca – mio fratello ha sicuramente ripagato papà della delusione perchè non abbiamo intrapreso la carriera medica come lui avrebbe desiderato».

Francesca Navari