DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Cresce il numero degli "invisibili": "La Caritas non può accogliere tutti"

All’asilo notturno della Misericordia quasi tutte le sere qualcuno resta fuori: "Possiamo dare giusto le coperte"

Cresce il numero degli "invisibili": "La Caritas non può accogliere tutti"

Aprendo un social a caso in questo periodo, tra il freddo e la pioggia che non smette di battere la Versilia, si rintracciano alcune immagini ricorrenti: il maglione di lana, la copertina di pile, la tisana bollente. Per i più fortunati, pure il caminetto. Piccole gioie della vita, che tuttavia non allietano gli inverni di tutti. Lo sanno bene al dormitorio della Misericordia gestito da Caritas, che ogni sera accoglie i senzatetto e fornisce loro un minimo di conforto. Sono gli "invisibili" dei tempi moderni. Chi li incontra si gira dall’altra parte. Non all’asilo notturno della Caritas, dove il responsabile Roberto Rosa coordina una ventina di volontari.

A livello di numeri, si può evidenziare una tendenza?

"Si va a periodi, ma in generale è aumentato il numero di chi viene a bussare alla nostra porta. Adesso hanno riaperto il dormitorio straordinario per il freddo di Lucca, speriamo che possa dare una soluzione in più".

Di Lucca?

"I dormitori non sono insufficienti solo a Viareggio. Per questo i senzatetto si spostano: ne arrivano pure da Prato e Spezia. E alcuni fanno il tragitto inverso. In ogni caso, è difficile che rimangano posti vuoti".

Da voi quanti sono?

"Ne abbiamo 13 per gli uomini e 4 per le donne, suddivisi in tre stanze. Finiti quelli, purtroppo, gli altri restano fuori".

Come funzione l’accoglienza?

"I nostri ospiti possono rimanere fino a 10 notti di fila, poi devono far trascorrere 10 giorni prima di tornare. Sono tutti controllati: chiediamo loro i documenti, non devono essere alterati e devono rispettare i nostri orari, e quindi uscire prima delle 8 e arrivare tra le 19 e le 20. Qui trovano un letto, la possibilità di lavarsi, asciugamani e sapone. Ma non possiamo dare da mangiare per motivi di spazi. E comunque, non è certo un lusso: è capitato che i servizi sociali ci mandassero qualcuno, magari sfrattato, e una volta tastata con mano la situazione l’ospite preferisse dormire in auto".

Qual è il profilo medio della vostra utenza?

"Pochi giovani, anche se a volte capita qualcuno sotto i 30 anni. La maggior parte ha tra 40 e 60 anni, e alcuni anche un pochino di più".

Gente che ha difficoltà a reinserirsi?

"Dipende da cosa si intende. Chi entra al dormitorio viene controllato e ha degli orari da rispettare, quindi non si tratta di situazioni al limite della legalità, che magari prendono altre strade per torvare un tetto sopra la testa. È comunque vero che in assenza di centri diurni, per queste persone è difficile la strada del reinserimento".

E chi rimane fuori?

"Quando ce lo chiedono, gli diamo delle coperte, anche se sappiamo che non le rivedremo più. Dormono dove trovano, nei portoni o in zone con un minimo di riparo. D’altronde, gli spazi che abbiamo sono questi: di più è difficile fare. Ma ci sono comunque delle iniziative".

Di che tipo?

"Il martedì e il venerdì, per un’ora, diamo la possibilità anche a chi non dorme da noi di farsi la doccia, fornendo sia il bagnoschiuma che gli asciugamani. Anche in questo caso, purtroppo, non possiamo dare la cena per mancanza di spazi".

In quanti siete a mandare avanti il dormitorio?

"Poco meno di 20. Ma siamo aperti tutti i giorni, compresi Natale e Capodanno. Ogni mese preparo un calendario e ognuno fa dei turni in base alla propria disponibilità. Ma è chiaro che c’è sempre qualche sostituzione da fare, qualche imprevisto. Se fossimo di più, potremmo offrire maggiori servizi, ad esempio aprendo il servizio doccia per più giorni alla settimana. In questo modo potremmo sopperire almeno in parte alla mancanza di un centro diurno per queste persone".