"Con le sinergie supereremo anche questa"

Confindustria: la filiera degli accessori vale un miliardo, rifornisce il 60% di cantieri e terzisti e ha vendite prenotate fino al 2024

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“Con una sempre più forte sinergia e il fare sistema tra di noi, riusciremo a superare anche questo pesante periodo, rispetto ai costi energetici ”. Così afferma Alessandro Gianneschi vice presidente nazionale e a capo del settore accessoristica di Confindustria Nautica, poco prima dell’inaugurazione del salone di Genova.

Ci sono dati importanti del comparto, in Italia, e nel distretto di Viareggio?

“Certamente sono molto buoni perché il fatturato esclusivo dell’intera filiera dell’accessoristica arriva a più di un miliardo, non possiamo che essere soddisfatti, pensando che una buona parte di questi volumi vengono da Viareggio e dal distretto. Al salone di Genova faremo incontri con gli operatori per capire le esigenze del settore. Sono note le criticità sulle forniture di alcune materie prime e le consegne sono slittate di settimane. Quindi la programmazione è basilare se si vuole soddisfare una clientela sempre più attenta ed esigente. Inutile negare che la crisi dell’energia colpisce particolarmente così come negli altri settori, ma ci siamo attrezzati per contenerla il più possibile senza dovere per forza agire sui prezzi finali. Le vendite sono già piene fino al 2024 e quindi gli accessoristi sono impegnati a soddisfarle.”

Dopo il mercato domestico, quali sono i paesi più importanti per l’export?

“In Italia, forniamo tra il 55 e il 60% dei cantieri e terzisti. Il resto va all’estero, e per un comparto molto complesso come quello degli accessori nautici, dobbiamo sempre avere una visione e una organizzazione d’avanguardia. Gli Stati Uniti restano il mercato di riferimento, e con la riapertura della più importante fiera mondiale, il Mets di Amsterdam, abbiamo avuto grande visibilità grazie anche all’Ice. Con relativi nuovi impegni di business”

Quale sarà il must indispensabile per il settore degli accessori nautici italiani, e quindi anche viareggini?

“Produrre tutto con la certificazione Made in Italy. Ad iniziare dalla semplice vite per arrivare ai manufatti più complessi e costosi. Può sembrare semplice, ma invece è un processo difficile e articolato, che come Confindustria Nautica stiamo perseguendo. Solo in Versilia ci sono una ventina di aziende del settore con fatturati complessivi stimati dai 150 ai 200 milioni di euro all’anno, e con centinaia di addetti. Un patrimonio da salvaguardare, anche in presenza di una nuova criticità e cioè la ricerca di personale che quasi non si trova più. Per quanto riguarda invece , quei clienti tengono più di ogni altra cosa alla certificazione e al “sistema” Italia della nautica, forte in totale di più di 600 aziende altamente specializzate e competitive ovunque.”

Walter Strata