REDAZIONE VIAREGGIO

"Ci batteremo ad ogni costo contro le aste Magari il Governo cade prima del decreto..."

Ancora reazioni durissime da parte dei balneari. Martinelli pronto a mollare "se il risarcimento sarà reale". Il caso dell’Oceano, gestito dalla stessa famiglia fin dal 1827: "Dettero la concessione al bisnonno per meriti di guerra". Il canone-tipo: 15 mila euro

La decisione del governo sulle concessioni balneari, con aste a partire dal 1° gennaio 2024, apre una serie di interrogativi per i concessionari. Investimenti, risarcimenti e aste i punti da chiarire. Se martedì il governo ha presentato un emendamento al disegno di legge Concorrenza, entro sei mesi arriveranno uno o più decreti per "riordinare e semplificare la disciplina". E qui, per molti imprenditori, stanno alcune delle risposte. Anche se per qualcuno sono in forse anche le aste. "Bisognerà vedere se le aste ci saranno davvero — dice Rodolfo Martinelli del bagno Aurora — perché potrebbe anche cascare prima il governo. E così non ci sarà neppure la mappatura dei lidi, come avevamo già chiesto in passato. Ma forse si voleva arrivare dove siamo arrivati adesso. In ogni caso ci difenderemo a oltranza, in maniera legale. E se mi daranno il valore commerciale dello stabilimento, lo prenderò, anche se mi auguro che la fine dei bagni a gestione familiare non porti alla decadenza totale della città. Oggi comunque gli investimenti stanno a zero, c’è un dramma economico in corso: fornitori, posti di lavoro. Sarà contento chi voleva il mare libero, poi quando si ritroveranno a vedere il mare col cannocchiale, se ne renderanno conto. Rimane il fatto che in Spagna, che è in Europa, hanno dato 75 anni di proroga, 99 in Portogallo. Però vorrei capire se io volessi andare a prendere uno stabilimento in Spagna, come mi accolgono, di sicuro non a braccia aperte. Invece qui si apre alle multinazionali, che faranno in sostanza dei beach club. Quindi sarà poi da vedere quale sarà l’indotto per il territorio, visto che nel beach club c’è tutto. E poi gli incassi che faranno si riverseranno sul territorio? Ma saranno contenti i tanti viareggini che non vedevano l’ora, visto che eravamo considerati gli abusivi. Con 15mila euro di canone annuo".

Quindicimila euro di canone annuo per una spiaggetta fanno 1.250 al mese, l’affitto di un bugicattolo. Ma dipende dai punti di vista. "Abbiamo lo stabilimento dal 1827 — afferma Roberta Vannucchi del bagno Oceano — venne dato al bisnonno di mio marito per meriti di guerra, Domenico Maffei detto ‘Ampolletta’. Da allora la concessione è della stessa famiglia. L’impresa è rimasta la stessa ed è il nostro unico lavoro. Che succederà? Il fine è venderci alle multinazionali. Dopo che non ci hanno fatto mai nessun sconto su Imu, tasse e Iva. Aspettiamo le modifiche che ci saranno, anche se le previsioni a oggi non si possono fare". Non cambia la situazione a Lido di Camaiore. "Ci sono delle cose ancora da capire — sostiene Massimiliano Goldoni del bagno Ninetta — di certo viene tolto del lavoro alle persone. Il nostro governo non ci è venuto tanto incontro. La stiamo vivendo male, perché speravamo si andasse nel solco del legittimo affidamento. In più la legge 145 promulgata dal governo giallo verde, dava tempo fino al 2033. Invece ora le aste ci saranno tra due anni: un tempo molto esiguo, per tutti. E poi ci sarà da vedere cosa esce fuori nei prossimi mesi, perché alcuni punti non sono chiari. Il risarcimento? Meglio che nulla, ma si sta togliendo lavoro a persone che dovranno cercare di reimpiegarsi".

"Il discorso è abbastanza delicato — evidenzia Lorenzo Tosi del bagno lidese La Perla — ma sembrerebbe che chi ha fatto l’atto formale, come la maggior parte degli stabilimenti a Lido, non dovrebbe andare incontro all’evidenza pubblica nel 2024, ma a scadenza naturale della concessione. In ogni caso l’emendamento non è tutto da buttare: l’indennizzo sul valore aziendale d’impresa non era mai apparso e il riconoscimento di una professionalità può servire in caso di evidenza pubblica. Perché non è che tutti i bagni sono come il Twiga, ci sono famiglie per cui il bagno è l’unica fonte di reddito. In ogni caso era utopia pensare che non ci sarebbero state le aste".

Alice Gugliantini