C’è l’identità che resiste Luchetti, 102 anni di storia con quattro generazioni

Cominciò Narciso nel 1921 ad aprire il primo laboratorio di fotografia. Da quel negozio gettonato dai Gucci e Agnelli l’intuizione di virare sull’ottica.

C’è l’identità che resiste   Luchetti, 102 anni di storia  con quattro generazioni
C’è l’identità che resiste Luchetti, 102 anni di storia con quattro generazioni

Nel paese fagocitato da luxury griffe, temporary e frenetico turn over di scommesse imprenditoriali, gli scampoli di identità locale sono risicati: uno di questi fa rima con la famiglia Luchetti. Che – udite udite – da 102 anni è protagonista del tessuto commerciale con quattro generazioni che si sono succedute, la cui storia è partita da quel pionieristico laboratorio di fotografia aperto nel 1921 che ha avuto poi naturale prosecuzione nell’attuale Ottica Luchetti in via Spinetti. Fu il fiorentino Narciso Luchetti ad arrivare al Forte per far fortuna immortalando le vacanze dei signori. Grazie a quel piglio accattivante riuscì a crearsi un giro di livello e aprì l’attività in via Roma, a due passi dal Fortino dove è stato affiancato dalla moglie Lina Pistolesi; poi il trasferimento in via IV Novembre dove ha lavorato fino all’ultimo giorno della sua vita nel 1969. L’archivio Luchetti vanta foto dell’Avvocato, con Gìanni Agnelli che contattava direttamente Narciso come fotografo ufficiale della famiglia Fiat, e pure l’imprenditore Guccio Gucci era presenza frequente a sviluppare foto nel laboratorio. Dietro al bancone a servire anche il figlio Piero Luchetti che, diplomatosi ottico, decise poi di rilevare nel 1958 il già esistente negozio di occhiali in via Spinetti: un’intuizione che ha fatto storia. Nel 1965 si è sposato con Daniela Del Chiaro che ha caratterizzato per decenni, col suo sorriso, quel cordiale approccio con i clienti incoraggiando anche i figli Maurizio e Massimo a diplomarsi ottici. Fu lei, purtroppo, la prima vittima in Versilia del covid il 18 marzo 2020, una notizia che sconvolse la comunità intera, mentre Piero riuscì a salvarsi e a tornare poi alle redini dell’attività, oggi portata avanti da Maurizio insieme al figlio Nicholas della quarta generazione Luchetti. Dal grande punto vendita (raddoppiato nel 1996 nel fondo antistante) sono passati personaggi a go-go: da Mina fino a Massimo Moratti, Martina Colombari, Daniela Santanchè, Michelle Hunziker, fino al professor Cesare Cocchi luminare del Meyer e allo scultore Harry Jackson che ha realizzato la statua di John Wayne collocata a Los Angels.

"Il segreto della continuità? Aver amato visceralmente il mio paese – racconta Piero Luchetti 86 anni – mentre gli altri alla prima occasione hanno venduto. Ho avuto tantissime proposte di acquisto ma ho sempre rifiutato. Così come dopo lunghe valutazioni ho scelto di non aprire negozi in città vicine. Quando ho cominciato esistevano 4-5 modelli di occhiali da donna e un paio da bambino o bianchi o nero. Poi sono subentrate mode e designer e chi arriva è già informato: spesso portano addirittura la rivista per indicare l’accessorio dei sogni".

Francesca Navari