Bonus 30% per le serre "Grazie, ma serve a poco"

Coldiretti annuncia gli aiuti di Stato per la bolletta energetica dei floricoltori. In realtà è rincarata tutta la filiera: fertilizzanti più 250%; gasolio più 110%

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L’inverno è arrivato ma la situazione climatica, per le imprese agricole e florovivaistiche, resta difficile. Dall’apprensione per gli effetti del caldo anomalo sui raccolti futuri, i floricoltori sono passati a misurarsi coi prezzi stellari del riscaldamento delle serre. "Le 2.596 aziende florovivaistiche regionali, che valgono il 30 per cento dell’intero Pil agricolo, stanno affrontando aumenti dei costi a valanga – si legge in una nota di Coldiretti –, come +250 per cento per i fertilizzanti, +110 per il gasolio, +15 per i fitosanitari contro i parassiti, +45 per i servizi di noleggio".

Aumenti a cui si aggiungono quelli degli imballaggi e del trasporto, particolarmente sentito in un paese come l’Italia che impiega soprattutto lo spostamento su gomma. Per far fronte a questi problemi, da ieri gli operatori del florovivaismo possono presentare domanda per gli aiuti stanziati contro i costi energetici lievitati. Il sostegno concedibile sarà determinato nella misura del 30 per cento dei maggiori costi sostenuti: per presentare la richiesta c’è tempo fino al 27 febbraio. La misura, per la quale Coldiretti si è spesa molto, si somma all’estensione anche a fabbricati e serre della riduzione dei costi del gasolio, di cui le imprese hanno beneficiato nel 2022, e al credito d’imposta per i costi energetici e del gas.

"Ovviamente ogni aiuto è cosa buona – commenta Luca Maffucci, titolare della storica impresa omonima viareggina, una delle realtà più importanti d’Italia nel settore – ma in questi termini non è proprio il massimo. Il problema è che i rincari sono troppo consistenti, soprattutto per le materie prime. E in una condizione del genere, non è possibile ricaricare tutti i rincari sul cliente finale". Anche perché, sull’arca dei rincari sono imbarcati tutti, e i portafogli dei consumatori sono sempre più leggeri. Intanto, a voler trovare qualcosa di positivo nel momento difficile vissuto dai floricoltori, si registra l’arrivo tanto atteso dell’inverno. "Non era mai successo che ci fossero temperature così alte a gennaio. Il problema – spiega ancora Maffucci, che vanta una lunga esperienza nel settore – è che con il ritardo nell’arrivo della stagione fredda, si rischiano gelate tardive, a marzo e ad aprile, che rischierebbero di compromettere il prossimo raccolto e danneggiare seriamente le vendite primaverili". Motivo per cui i coltivatori restano col fiato sospeso mentre, come annuncia Coldiretti, "molte aziende del settore che producono fiori e piante in serra sono state costrette a ridurre le coltivazioni o addirittura abbandonarle per abbattere i costi".

Daniele Mannocchi