
Fino alla soglia degli ottant’anni, li avrebbe compiuti a gennaio, Primo Bindi ha continuato a fare quello che ha sempre amato. E’ rimasto tra i fornelli, la credenza sempre ordinata, gli umori intensi e genuini della ricette tradizionali che hanno conquistato le stelle italiane; Mina, Celentano, Walter Chiari...
Con il suo grembiule sempre impeccabile ha diretto le danze dalla cucina dell’agriturismo Cavallino Bianco alle Bocchette, aperto nove anni fa insieme a Stefano Bertacca, fino a quando quello che sembrava un piccolo problema di salute si è trasformato in qualcosa di più serio. Così se n’è andato venerdì Primo, minato all’improvviso da un male.
Era nato a Chiesina Uzzanese, ma i primi passi nella ristorazione li aveva mossi a Milano. Dalla grande città aveva acquisito i ritmi sostenuti, aveva sognato incontrando celebrità da tutto il mondo, aveva respirato l’aria di internazionalità. Tutto quello che aveva imparato durante la gavetta l’ha poi portato a Capezzano, dove Primo ha cominciato la sua luminosa carriera nella ristorazione aprendo il suo primo "Cavallino bianco". Un punto di riferimento per la Versilia, faro della cucina tradizionale toscana e meta obbligatoria per i personaggi del cinema, della musiva e della tv che hanno vissuto e affollato di storie gli anni d’oro della Versilia.
Due anni fa il doloroso addio a Giulietta, sua moglie. Per questo aveva deciso di lasciare Capezzano, dove ha sempre vissuto, e si è trasferito a Viareggio, nel casale dove ha continuato a lavorare. "Con una passione e un entusiasmo ormai rari" lo ricorda l’amico e socio Bertacca.
L’ultimo saluto si terrà domani alle 15 nella chiesa di Capezzano Pianore, la salma di muoverà alle 14.30 della sala mortuaria dell’ospedale Versilia.