"A Villa Bertelli la Shoah e la mostra di Evola"

Il consigliere Tommasi critica una scelta che "stride". "Inutile fare concerti della memoria con l’esposizione dell’intellettuale fascista"

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Al piano terra di Villa Bertelli il concerto di Enrico Fink, da anni una delle principali voci del mondo ebraico italiano, accompagnato dal nucleo storico dell’Orchestra Multietnica. Al primo piano la mostra dedicata all’intellettuale fascista Julius Evola. Il consigliere di Amo Forte, Emanuele Tommasi, punta il dito su una situazione "che stride nelle celebrazioni del Giorno della Memoria". "Evola, intellettuale il cui pensiero sposava appieno l’ideologia fascista culminata nelle leggi razziali del 1938 – ricorda Tommasi – è stato collaboratore della rivista aperta “la difesa della razza” per la quale scrisse numerosi articoli pubblico opere quali “Sintesi di dottrina della razza”, “Il Fascismo. Saggio di una analisi critica dal punto di vista della destra”, “Tre aspetti del problema ebraico”. Alcuni suoi quadri sono esposti a Villa Bertelli in una mostra che prosegue un percorso iniziato qualche anno fa con la conferenza sulla "Beffa di Buccari" e con la mostra "I giovani sotto il fascismo. Il progetto educativo di un dittatore". Un filone quello intrapreso da villa Bertelli che non lascia spazio a dubbi: la cultura sotto il fascismo evidentemente affascina la dirigenza di Villa Bertelli e si vuole riproporla in tutte le salse. E stride che durante il giorno della memoria sempre a villa Bertelli si organizzino iniziative con le scuole nel Giardino d’inverno quando al primo piano si ospita la mostra di un sostenitore di quelle ideologie che provocarono la Shoah".

"Sei il Mart di Rovereto ha precedentemente accolto la mostra di Evola in un contesto eterogeneo e di altissimo livello dove il visitatore è consapevole di ciò che sta guardando – argomenta Tommasi – a Villa Bertelli invece si segue un filone con la sensazione di voler decontestualizzare l’arte dall’artista e soprattutto le espressioni artistiche dal pensiero. Servirebbe trasmettere al visitatore, ed anche ai ragazzi che vengono invitati per riflettere sul giorno della memoria, le aberrazioni che le ideologie fasciste e naziste hanno generato, sul male assoluto che rappresentano, sui crimini contro l’umanità che hanno perpetrato e sull’odio che hanno seminato nel mondo. Se queste iniziative culturali servissero ad offrire la visione negativa del fascismo – conclude – rappresenterebbero un grande servizio alla nostra comunità. Oltre a scongiurare la sensazione che gli intenti fossero quelli di una malcelata esaltazione degli stessi".

Francesca Navari