REDAZIONE UMBRIA

Comotto ai saluti: "Ho fatto tutto per il Grifo"

Divorzio con il dg. "Capisco Santopadre ma mi dispiace, sono arrivato con il Perugia in difficoltà e ora lascio un club che funziona"

Gianluca Comotto e il Perugia si separano. Ancora una volta. Stavolta però è un addio forse più doloroso di quando appese le scarpette, perché arriva dopo due stagioni da dirigente in prima linea (soprattutto nella turbolenta ripartenza dopo la retrocessione) vissute senza sbavature che hanno restituito al Perugia un bel presente. "Come da accordi presi da entrambe le parti si interrompe il rapporto lavorativo con il direttore generale Gianluca Comotto. Nel ringraziarlo per aver contribuito alla vittoria del campionato di C nella stagione 2021 e del raggiungimento dei playoff in B auguriamo le migliori fortune professionali per quanto fatto e per il prosieguo di carriera", si legge nella nota del club.

Ma perché è finita così una bella storia? "La mia è una figura impegnativa, anche dal punto di vista economico – racconta Gianluca Comotto – Una figura in più, che è stata determinante di cui ora però si può fare a meno: oggi serve un dirigente con competenze diverse dalle mie. Sarei rimasto alle condizioni di poter fare quanto fatto fino ad ora e anche di più. Sono un direttore generale che ha fatto il calciatore, quindi con competenze anche tecniche, non un dirigente da ufficio". Cosa prova in questo momento? "Provo grande dispiacere per non aver potuto concludere il progetto che era nella mia testa – conclude Comotto – Ma sono anche sereno, perché ho fatto il massimo per il Perugia e il presidente lo ha percepito: ho risistemato la situazione in questi due anni. Il mio progetto era di riportare il Perugia in A, era un’impresa, bisogna guardare la realtà delle cose perché sennò si fa male al Perugia, ma avrei voluto vedere dove saremmo stati. La mia presenza è stata necessaria ma da dirigente non sono cambiato, sono come quando ero calciatore e capitano: sono uno che si mette l’elmetto per fare battaglie e poi lascia i meriti agli altri. Il fatto è che i pregi spesso diventano difetti, ma lo rifarei mille altre volte, perché questo sono io". Il suo ruolo è stato importante, determinante nel primo anno… "Sento tanto mia la promozione in serie B, quest’anno le cose sono andate meglio e quando è così tendo a scomparire, ma gli equilibri sono molto importanti. Così come ritengo la scelta condivisa di Alvini un altro passo fondamentale del mio percorso al Perugia. Sono arrivato con un Grifo in difficoltà, ora lascio una società che funziona. In questi due anni abbiamo sbagliato veramente poco, creare il contesto giusto fa diventare anche bravi i calciatori. Ma forse il problema è che ho messo tutto a posto troppo presto". E adesso? "Rimarrò a Perugia, non necessariamente nel calcio, ora non lo so. Mi sento una mosca bianca, un po’ diverso da quello che c’è in giro". Col Perugia chissà, non c’è due senza tre… "Chi lo sa, capisco però Santopadre, c’è una situazione economica sempre più difficile a livello generale, anche il presidente per certe dinamiche lo capisco e lo comprendo, questa è al momento la realtà".

Francesca Mencacci