SILVIA ANGELICI
Umbria

Rifiuti illeciti: truffa ai danni dell'Ast di Terni. In sei rinviati a giudizio

Dischi frizione e pastiglie dei freni, provenienti da una ditta di recupero di Caserta spacciati come ferro

Appostamenti e intercettazioni da parte dell'Arma

Terni, 21 maggio 2024 - Una truffa ai danni dell’Ast di Terni smaltendo contenitori spray, dischi di frizione e pastiglie freno con presenza di ferodo come rifiuti ferrosi. Per questo la procura di Perugia, a seguito di un’indagine condotta dai carabinieri di Terni con “attività tradizionali di controlli e appostamenti ma anche con l’ausilio di una lunga e proficua attività d’intercettazione telefonica, ha chiesto il rinvio a giudizio di sei persone ipotizzando i delitti di associazione a delinquere, truffa, e plurime ipotesi di traffico illecito di rifiuti. “L’indagine - spiega la procura - ha riguardato ingenti quantitativi di rifiuti, qualificati come materiali ferrosi direttamente utilizzabili per la fusione, nell’ambito dei quali erano occultati e frammisti in modo fraudolento rifiuti speciali di varia natura (quali bombole, contenitori di spray, materiali imbrattati di oli esausti, dischi di frizione e pastiglie freno con presenza di ferodo, filtri di olio, fusti metallici contenenti materiali ferrosi imbrattati di oli, materiali plastici ed inerti), provenienti da una ditta di recupero di materiali ferrosi operante in provincia di Caserta, trasportati da ditte terze pure campane, per essere conferiti presso l’Ast di Terni”. “L’obiettivo del conferimento - continua la nota - sarebbe stato duplice: da un lato farsi pagare da Ast come rifiuti ferrosi riutilizzabili, materiali che non avevano le caratteristiche indicate; dall’altro effettuare uno smaltimento illegale di rifiuti speciali, risparmiando quindi le spese che sarebbero state necessarie con le regolari procedure di smaltimento. In alcuni casi la ditta casertana sarebbe riuscita ad effettuare i conferimenti anche grazie alla presunta complicità di un classificatore dell’Ast di Terni. In altri casi, quando la ditta non era riuscita ad avvalersi del soggetto compiacente all’interno di Ast, i metodi per occultare il rifiuto fra il materiale ferroso erano vari. In particolare si distribuiva il predetto nel carico, così da provare a sfuggire ai controlli, si ricorreva a nuove consegne distribuendo il carico illecito fra successive consegne o, anche, si sostituiva il documento di trasporto”.