Quando il principe Carlo venne in visita ad Assisi

I legami tra il nuovo Re e la nostra terra. Nel 1986 Carlo ammirò i capolavori della Basilica guidato da Zeri. Poi pranzo frugale al Sacro Convento e pausa-pittura a villa Riccardi

Il principe Carlo in visita ad Assisi nel 1986 (Crocchioni)

Il principe Carlo in visita ad Assisi nel 1986 (Crocchioni)

 

Assisi, 10 settembre 2022 - Nelle intenzioni dell’allora giovane principe di Galles quella che lo portava ad Assisi nel settembre del 1986, avrebbe dovuto essere una visita privata. Carlo, che era in Italia ospite di amici a Firenze, aveva espresso la voglia di ammirare dal vivo il magnifico ciclo di affreschi della basilica dedicata al Poverello. Ma quando la sua berlina scura arrivò intorno alle 12 nella piazza Inferiore gremita di persone in sua attesa, capì che il piano avrebbe inevitabilmente subito un cambiamento.

A ’tradire’ la contrarietà per quell’affollamento, non appena sceso dall’auto con cui era arrivato accompagnato dalla cugina Sarah Amstrong Jones, figlia della zia Margareth e dalla marchesa Frescobaldi e la figlia di lei Angelica, la sua mimica facciale. Vestito con un completo sportivo, senza cravatta e il braccio sinistro al collo per via di un piccolo infortunio occorsogli qualche giorno prima nel giardino di casa in Inghilterra, il futuro re, già sposato da cinque anni con lady Diana, era arrivato senza la moglie. Superato il primo momento di contrarietà però, chi c’era ricorda poi il sorriso con cui si rivolse ai presenti e in particolare al critico d’arte Federico Zeri incaricato di fargli da guida nella sua visita ai tesori assisani.

Un giro dal quale furono escluse le autorità, persino il responsabile del cerimoniale del ministero degli esteri Rizzo Venci e il sindaco Profumi rimasero fuori. Prima gli affreschi della basilica inferiore e la tomba del santo, con un entusiasmo particolare per la crocifissione di Pietro Lorenzetti. Poi la basilica superiore. “Very nice, very nice...“ i suoi commenti ripetuti. Quindi il pranzo, frugale e in linea con il suo credo vegetariano, nel refettorio del Sacro Convento con il vicario Padre Nicola Giandomenico e 65 frati coi quali recitò il pater noster e a cui chiese del percorso che si fa per diventare francescani.

Subito dopo, sempre guardato a vista dagli uomini di Scotland Yard, la tappa nella splendida dimora dei fratelli Riccardi, celebri antiquari, con vista sulla valle del Tescio che il futuro re non perse occasione di dipingere in uno dei suoi famosi acquerelli insieme alla Rocchicciola. Un paio d’ore tra pennelli e colori poi una pioggerella indusse i bodyguard a convincerlo a rientrare. Dalla casa sgattaiolò via poi da un’uscita secondaria per una rapida visita in Santa Chiara e San Rufino prima del rientro a Firenze. Non senza una storica promessa: "L’Umbria è stupenda, ritornerò...".

Donatella Miliani

Maurizio Baglioni