CRISTINA CRISCI
Cronaca

Violentata e uccisa in casa. Arrestato il vicino 50enne

Perugia, l’aggressione un anno fa. L’uomo incastrato dal Dna: era sul corpo di lei

CITERNA (Perugia)

Ad incastrarlo sono state le tracce biologiche repertate sul cadavere della donna, in particolare nelle ferite che si era procurata nel disperato tentativo di difendersi dal suo assassino. Così, dopo 11 mesi dalla morte di Marielle Soethe, settantenne cittadina tedesca, ma da tempo residente in Alta Valle del Tevere, è stato arrestato il vicino di casa, un cinquantenne di origine rumena, incensurato. Da ieri si trova in carcere a Perugia Capanne con le accuse di omicidio volontario e violenza sessuale.

I due, stando a quanto emerso dalle indagini, si conoscevano. Lei, da quando il suo compagno era morto, viveva da sola e si dedicava alla vendita di capi d’abbigliamento on line: talvolta il vicino di casa (insieme alla moglie, risultata estranea ai fatti, ndr) la aiutava in questa o in altre mansioni domestiche come l’orto o il giardino. Lui, persona taciturna, nessun problema con la giustizia da segnalare in passato, era finito al centro delle indagini già dal mese di maggio quando era stato indagato e dalla sua abitazione sequestrati alcuni effetti personali, tra cui il telefono cellulare.

A questo sono seguiti undici mesi di indagini, riscontri, comparazioni, l’ascolto di testimoni e tante analisi di laboratorio per dare un volto e un nome a quello che viene ritenuto il responsabile dell’assassino di Marielle. La donna fu trovata cadavere sul pavimento di casa nel pomeriggio del primo dicembre 2022: era stata uccisa cinque giorni prima, il 25 novembre, emergerà poi dalle analisi post mortem effettuate all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. A rivolgersi alle forze dell’ordine era stata un’amica della settantenne che da giorni non aveva notizie di lei.

Quando i carabinieri erano entrati nell’appartamento di via Sfrilli a Pistrino l’avevano trovata riversa a terra nella camera da letto, con "evidenti tracce di una brutale aggressione subita, anche di tipo sessuale". A guidare gli inquirenti verso il vicino di casa il fatto che nell’abitazione della donna non ci fosse alcuna effrazione: lei aveva aperto la porta al suo assassino. Violentata, poi picchiata e colpita a morte da una persona della quale si fidava. Prima di uscire l’assassino aveva serrato porte e finestre come a voler cancellare ogni sospetto, come a volersi lasciare tutto alle spalle, compresa la vita di Marielle.