"Vendico i fratelli di Hamas". Scatta l’allarme-bomba in Corte d’Appello

Due telefonate di un uomo con accento straniero e gli edifici vengono fatti evacuare. Traffico interdetto, artificieri al lavoro fino a mezzogiorno.

"Vendico i fratelli di Hamas". Scatta l’allarme-bomba in Corte d’Appello

"Vendico i fratelli di Hamas". Scatta l’allarme-bomba in Corte d’Appello

Sono passate da poco le 8: al centralino della Corte d’Appello di Perugia arriva una telefonata. La voce di un uomo con accento straniero annuncia la presenta di un ordigno nel palazzo di giustizia. La stessa chiamata anche al centralino della polizia locale, dove viene registrata. La voce anonima dice di voler "vendicare i fratelli di Hamas". Tempo pochi minuti e il palazzo di giustizia viene completamente evacuato. Fuori dagli uffici tutti gli addetti, in strada anche chi si trovava all’Ordine degli avvocati, ospitato nello stabile. In via precauzionale sono stati fatti sgomberare anche la sede antistante del Tribunale civile, gli uffici delle Poste Italiane e tutte le attività commerciali limitrofe. Traffico interdetto. E gli artificieri dei carabinieri si sono messi al lavoro per verificare l’eventuale presenza di un ordigno e “bonificare“ i locali per permettere al personale di fare rientro negli uffici.

All’esterno del palazzo di giustizia la presidente facente funzioni della Corte d’Appello, Claudia Matteini, e il procuratore gneerale, Sergio Sottani, che dall’inizio di ottobre aveva disposto l’intensificazione dei controlli di sicurezza in tutti gli edifici giudiziari dell’Umbria. Allarme cessato a mezzogiorno.

È ora la direzione distrettuale antimafia presso la Procura di Perugia a occuparsi dell’indagine per risalire all’utore delle due telefonate. "La Procura della Repubblica di Perugia, informata dell’esito dell’attività svolta dalla locale Digos, disporrà gli approfondimenti investigativi finalizzati all’individuazione dell’autore delle telefonate anonima", sottolinea la Questura in una nota. L’ipotesi che sembra prevale al momento è che non si sia trattato di un semplice mitomane. Il fasciolo è seguito direttamente dal procuratore Raffaele Cantone.

Gli accertamenti si svolgono el più stretto riserbo. "Si tratta di un episodio che non sottovalutiamo, a prescindere dalla circostanza che nessuna bomba c’era": sottolinea il procuratore Cantone. "È necessario comprendere se quella di oggi è una vicenda isolata o si inserisce in una strategia tesa a creare panico e preoccupazione" afferma ancora il procuratore di Perugia.