
Dopo il presidente di Federalberghi Umbria, Simone Fittuccia, che intervistato da La Nazione l’ha definita un’ edizione di grande successo ("anche meglio del periodo pre-Covid), anche i commercianti perugini confermano che Umbria Jazz 2022 è davvero "straordinaria".
Siamo nel vivo del secondo ed ultimo weekend, il culmine del festival, e a Perugia si vive un’atmosfera davvero magica e per certi versi “liberatoria“. La musica, i suoni e il ritmo inconfondibile del jazz tornano a riempire le vie perugine e attirano moltissime persone, non solo umbri ma soprattutto turisti, sia italiani che stranieri.
Tornare a vedere la città così viva ed entusiasmante fa tornare a ben sperare anche per il futuro, parere che trova concordi negozianti, baristi e ristoratori del centro. Sergio Donati (Donati Abbigliamento) spiega come questo festival porti benessere a tutti, commercianti, perugini e turisti. "Ho la fortuna – dice – di gestire un’attività che funziona dal primo giorno di apertura (37 anni fa) e devo dire che, durante il festival, la città è sotto i riflettori ed è bellissimo. Non dimentichiamo – aggiunge – di fare un grande applauso al direttore artistico Carlo Pagnotta. La buona musica ci fa vivere più a lungo!"
Anche Gianni Segoloni (Il Bistrot) si unisce agli apprezzamenti nei confronti dell’ideatore del festival e parla di un’edizione di assoluto successo. "Quest’anno vicino a noi abbiamo il palco dedicato alla musica swing, una scelta importante per il centro storico e che ci porta un pubblico diverso, appassionato. Una manifestazione – continua Segoloni – che ci riporta al periodo pre-Covid, con una speranza per il futuro super ottimista".
Bilancio positivo quello di Umbria Jazz quindi, come ci confermano anche Federica Mancini e Camilla Nigi di Bartoccini Gioiellerie. Quest’anno (il terzo per loro) promette di essere il migliore. "Ci sono tanti turisti, soprattuto stranieri di ogni nazionalità: spagnoli, brasiliani, canadesi, americani. Pronti a spendere anche molto!".
Pure al Bar Duomo, racconta Giulio Belia, si respira un’aria che ricorda i tempi precedenti al Covid. "Siamo molto soddisfatti di questa edizione, l’affluenza e la presenza di molti turisti ci riporta ad avere fiducia".
Antonella Treppaoli (Lungarotti) è della stessa idea. "Si torna a vivere finalmente un’atmosfera magica, che dona visibilità alla città e non può che portare a risvolti positivi per il nostro negozio. In termini di vendite e affluenza siamo assolutamente tornati agli standard pre-pandemia".
Tra la folla, travolta dall’onda energica dei Funk Off per le strade del centro, Franco Ghidini, di Bergamo che vive da qualche anno in Umbria commenta: "Io ho assistito a molte edizioni di Umbria Jazz, anche le prime, e devo dire di aver ritrovato quelle sensazioni uniche che solo questo fantastico genere musicale sa offrire". Insomma, lunga vita al Festival!
Andrea Pescari